Strage di Viareggio, 7 anni all'ex ad Moretti VIDEO/FOTO. Il legale: "Sentenza populista"

Condannati altri ex vertici di Ferrovie. I familiari in silenzio assoluto. Il cda di Leonardo conferma Moretti IL COMMENTO di P.F. De Robertis / FOTOSTORY Dall'incidente alla sentenza

Il giorno della sentenza di primo grado per la Strage di Viareggio (foto Afp)

Il giorno della sentenza di primo grado per la Strage di Viareggio (foto Afp)

Viareggio, 31 gennaio 2017 -  E' stato condannato in primo grado Mauro Moretti, l'ex plenipotenziario delle Ferrovie dello Stato e ora numero uno di Leonardo Spa-Finmeccanica. Era lui l'imputato principale al processo per la strage di Viareggio di cui è stata letta la sentenza. Moretti, secondo quanto spiegano i suoi avvocati, è stato assolto come amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, ma i giudici hanno disposto la sua condanna come ex amministratore delegato di Rfi. Lo spiegano i suoi legali.

Tra le società "imputate" assolti anche Ferrovie dello Stato e Fs Logistica, mentre vengono condannate Rfi e Trenitalia.

Peraltro in serata il consiglio dei amministrazione di "Leonardo" ha verificato che "permangono in capo all'amministratore delegato (Mauro Moretti, ndr) tutti i requisiti previsti dalla vigente disciplina, nonché la piena capacità di esercitare le prerogative connesse all'ufficio di organo delegato ed ha confermato, all'unanimità, piena fiducia all'ing. Moretti". È quanto riporta una nota diffusa dalla società.

"Esprimo parziale soddisfazione per l'assoluzione di Mauro Moretti nella sua veste di amministratore di Fs e di Ferrovie dello Stato". Lo ha detto l'avvocato Armando D'Apote, legale sia di Moretti che di Fs, che subito dopo ha aggiunto di registrare "come scandaloso l'esito del processo e rilevo il frutto del populismo che trasuda dalla sentenza", ha concluso.

Moretti era imputato insieme ad altre 32 persone. Il suo braccio destro Michele Elia (ex ad di Rete ferroviaria italiana) è stato condannato a 7 anni e 7 mesi, così come Vincenzo Soprano (ex ad di Trenitalia) mentre il dirigente di Rfi Giulio Margarita è stato condannato a 6 anni e 6 mesi.

Le altre condanne: 6 anni a Salvatore Andronico, della Divisione Cargo; 7 anni a Mario Castaldo (Divisione Cargo); 6 anni a Giovanni Costa (Rfi); 6 anni a Giorgio Di Marco (Rfi); 6 anni ad Alvaro Fumi (Istituto sperimentale); 6 anni e 6 mesi a Emilio Maestrini (Trenitalia); 6 anni a Enzo Marzilli (Rfi); 6 anni a Francesco Favo (Rfi); 7 anni a Giuseppe Pacchioni (Cima Riparazioni); 6 anni e 6 mesi a Daniele Gobbi Frattini (Cima Riparazioni); 6 anni e 6 mesi a Paolo Pizzadini (Cima Riparazioni); 9 anni a Uwe Koennecke (Jugenthal); 9 anni e 6 mesi a Rainer Kogelheide (Gatx); 8 anni a Uwe Kriebel (Jugenthal); 9 anni e 6 mesi a Peter Linowski (Gatx); 9 anni a Johannes Mansbart (Gatx), 9 anni a Roman Mayer (Gatx); 8 anni a Andreas Schroter (Jugenthal); 8 anni a Helmut Brodel, responsabile officina revisione sale di Jugenthal.

Tra le parti civili provvisionali che vanno da 30mila euro un milione di euro a tutti i familiari che si erano costituiti parte civile ma anche alla Regione Toscana, al Comune e alla Provincia di Lucca. Gli imputati sono stati condannati, in solido fra loro, a risarcire anche le associazioni e i sindacati che si erano costituiti parte civile (da 10 a 50mila euro). Per quanto riguarda la Regione Toscana e il Comune di Lucca, la cifra verrà liquidata in un giudizio separato, mentre alla Provincia di Lucca è stata assegnata una provvisionale di 150mila euro.

Tra le sanzioni pronunciate oggi, una da 700mila euro ciascuna per Rfi e Trenitalia e di 480mila ciascuna per le società Gatx Rail Austria, Gatx Rail Germania, Officina Jugenthal Waggon. Alle stesse società, per le quali è stata riconosciuta la responsabilità dell'illecito amministrativo, applicata anche la sanzione interdittiva per un periodo di tre mesi.

Il gruppo Fs Italiane prende atto dell'assoluzione della società capogruppo Fs Italiane e di Fs Logistica, e pure nella convinzione dell'innocenza delle altre società condannate, e delle persone fisiche, al momento non esprime alcun commento in relazione alla sentenza, attendendo la pubblicazione delle motivazione". E' quanto comunica Stefano Biserni, capo ufficio stampa del gruppo Fs Italiane, dopo l'odierna sentenza sulla strage di Viareggio. "Il gruppo Fsi ribadisce il cordoglio per le vittime, la vicinanza ai famigliari e a tutte le persone che a vario titolo sono state coinvolte nel tragico incidente".

"Siamo convinti che le prove contrastino con la decisione del giudice e dimostrino che i nostri dipendenti hanno agito in modo corretto, con diligenza e secondo altissimi standard professionali". Lo afferma in una nota il Gruppo Gatx Rail Europe dopo che il tribunale di Lucca ha condannato alcune società del gruppo "e molti dei suoi dipendenti - prosegue la nota - per l'incidente ferroviario avvenuto nel 2009 nella città di Viareggio. "Abbiamo intenzione di ricorrere in appello - si afferma in una nota - ed esercitare tutti i ricorsi legali per ribaltare la sentenza della Corte".

GLI ASSOLTI - I giudici hanno assolto dieci dei 33 imputati per non aver commesso il fatto che sono Andreas Barth dell'Officina Jungenthal di Hannover, Andreas Carlsson, sempre della Jungenthal di Hannover, Joachim Lehmann, supervisore esterno della Jungenthal, Massimo Vighini, Calogero Di Venuta, responsabile della Direzione compartimentale di Firenze Movimento Infrastrutture, Giuseppe Farneti, sindaco revisore di Fs prima e poi di Italferr, Gilberto Galloni, ad di Fs Logistica, Angelo Pezzati, predecessore di Di Venuta, Stefano Rossi e Mario Testa. Assolto anche Mauro Moretti dai reati a lui ascritti come ad di Ferrovie e Vincenzo Soprano, limitatamente ai reati ascritti come ex dirigente di Fs. Esclusa la responsabilità per illecito amministrativo anche di Ferrovie dello Stato Spa, di Fs Logistica, di Cima Riparazione

Un breve applauso ha salutato, dopo qualche minuto dalla lettura, la sentenza. I familiari delle vittime hanno ascoltato le parole del giudice in religioso silenzio (CLICCA QUI PER IL VIDEO). Adesso vogliono un po' di tempo per interpretare e capire questa sentenza articolata, difficile, della quale si conosceranno le motivazioni entro 90 giorni. Per domani, mercoledì, è stata convocata una conferenza stampa: solo in quella sede parleranno i parenti delle vittime, riunite nell'associazione "Il mondo che vorrei", come hanno spiegato i responsabili dell'associazione, Daniela Rombi e Marco Piagentini. Parenti che si ritroveranno (insieme ai loro legali) questa sera alla "Casina dei ricordi".

IL PROCURATORE - "Le procure - afferma il procuratore capo di Lucca Pietro Suchan ai microfoni di RaiNews - non si accontentano mai, avevamo chiesto 33 affermazioni di reposnabilità penale, il Tribunale di Lucca, al quale va il riconoscimento di aver espresso una sentenza forte, ha condannato 23 imputati e assolto i restanti. Siamo però contenti perché abbiamo avuto una pronuncia da parte di un giudice collegiale che afferma la responsabilità penale, quindi che non è stato un incidente o un episodio accidentale". LA PRESCRIZIONE - Piagentini si è anche appellato al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per evitare la prescrizione.

I PUBBLICI MINISTERI - C'è una cauta soddisfazione per la sentenza da parte dei due pubblici ministeri Giuseppe Amodeo e Salvatore Giannino che hanno sostenuto l'accusa negli oltre tre anni di durata del processo. A parlare a caldo per entrambi è Amodeo: "Abbiamo la coscienza di aver fatto tutto quello che era possibile: non ci siamo mai risparmiati", ha detto senza entrare nel merito del verdetto.

IL FATTO - La notte del 29 giugno 2009 a Viareggio deragliò un treno merci in stazione e scatenò l'apocalisse oltre i binari: 32 morti, molti bruciati vivi all'interno delle loro abitazioni, altri consumatisi nelle settimane e nei mesi successivi in ospedale dopo enormi sofferenze. A distanza di sette anni e mezzo è stata pronunciata la prima verità processuale da parte del Collegio giudicante del Tribunale di Lucca presieduto dal giudice Gerardo Boragine, coadiuvato dai colleghi Nidia Genovese e Valeria Marino. Ci sono volute oltre 130 udienze per concludere un processo lungo ed estenuante; che vedeva alla sbarra i massimi esponenti delle ferrovie italiane, dirigenti e tecnici della multinazionale Gatx, proprietaria del carro merci e dell'officina Jungenthal, responsabile della manutenzione dell'assile che, criccato, si è spezzato alle porte dello scalo viareggino. Il deragliamento, poi il ribaltamento della prima cisterna carica di Gpl. Lo squarcio su un fianco, la fuga di gas, e una sequenza di esplosioni che a mezzanotte hanno distrutto via Ponchielli.