Omicidio Meredith, non fece parlare Sollecito con un avvocato: pm sanzionato

Subito dopo il fermo, avvenuto il 6 novembre 2007, il pubblico ministero vietò al giovane di aver colloqui con un difensore

Raffaele Sollecito

Raffaele Sollecito

Perugia, 4 dicembre 2015 - La sezione disciplinare del Csm ha inflitto la sanzione della censura al pm di Perugia Giuliano Mignini, titolare del procedimento sull'omicidio di Meredith Kercher, finito sotto procedimento con l'accusa di aver violato la legge per aver vietato, subito dopo il fermo, avvenuto il 6 novembre 2007, a Raffaele Sollecito (assolto lo scorso marzo in via definitiva, con Amanda Knox, dall'accusa di omicidio) di avere colloqui con un difensore senza emettere un provvedimento scritto e motivato.

Il 'tribunale delle toghe', presieduto dal consigliere laico Antonio Leone, ha emesso la sua sentenza dopo l'udienza svolta a Palazzo dei Marescialli questa mattina. Mignini, secondo l'incolpazione formulata dalla Procura generale della Cassazione, aveva arrecato "ingiusto danno al fermato", emettendo "oralmente, con grave e inescusabile violazione di legge", il provvedimento di "dilazione del diritto del fermato a conferire con il proprio difensore", in "palese contrasto" con la norma contenuta nel codice di procedura penale che prescrive un "decreto motivato" e la "consegna/esibizione" agli aventi diritto. Il sostituto pg di Cassazione, Luigi Salvato, pur ritenendo "provati" i fatti descritti nel capo di incolpazione, aveva invece sollecitato in udienza l'assoluzione di Mignini, (difeso dal consigliere della Suprema Corte Piercamillo Davigo) ritenendo il fatto "di scarsa rilevanza", tenuto anche conto che venne permesso a Sollecito di parlare con il suo difensore, l'avvocato Tiziano Tedeschi, prima dell'interrogatorio di garanzia. La richiesta del pg non e' stata dunque accolta dal collegio disciplinare che depositera' entro un mese le motivazioni del suo verdetto.