Raid alla sala scommesse, politico indagato per rapina

Città di Castello, identificato grazie alle immagini di videosorveglianza. Impiegati minacciati con una pistola. "Dimostrerò che non sono stato io"

Marco Gasperi, 30 anni, è vicepresidente del consiglio comunale di Città di Castello

Marco Gasperi, 30 anni, è vicepresidente del consiglio comunale di Città di Castello

Città di Castello (Perugia), 22 dicembre 2019 - "Ho piena fiducia nelle istituzioni e nella magistratura. Non ho commesso alcun reato e chi non ha fatto niente non deve temere nulla". Marco Gasperi, trent’anni, del Movimento Cinque Stelle, è il vicepresidente del Consiglio comunale di Città di Castello: è accusato di rapina aggravata. Con il volto travisato, pistola alla mano, il 10 aprile Gasperi sarebbe entrato nella sala scommesse Gold Faraone e, sotto la minaccia dell’arma, si sarebbe fatto consegnare 4.500 euro da una dipendente. Gli è stato recapitato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

"Sono sereno perché, anche se ci vorrà tempo, la verità verrà fuori. Non ho bisogno di dimettermi, non sono colpevole di nulla", dice convinto il vicepresidente della massima assise di Città di Castello, candidato sindaco nel 2016.

I carabinieri sono di tutt’altro avviso: parlano di "pesante quadro indiziario" e di "gravi indizi di colpevolezza", precisano di aver focalizzato l’attenzione "sul giovane, abituale frequentatore della stessa sala scommesse" e che gli accertamenti "avevano già portato al sequestro dell’arma verosimilmente utilizzata nella rapina e legittimamente detenuta, nonché di alcuni capi di abbigliamento indossati dal presunto rapinatore". Poi ci sono i filmati della videosorveglianza: le telecamere avrebbero ripreso tutto e i quei video sono stati "oggetto – precisano ancora i carabinieri di Città di Castello – di una approfondita relazione tecnica della ’Sezione fonica e audiovideo’ del Ris di Roma". Investigatori e magistratura non hanno dubbi, sono convinti di aver individuato il colpevole.

Ma Gasperi, tranquillo, ribadisce: "Non sono stato io. Ricordo esattamente dove ero quel giorno. Ormai celle telefoniche e gps delle auto possono tracciare ogni movimento. Non sono mai stato ascoltato dagli inquirenti e non sono destinatario di alcun provvedimento restrittivo: ho il passaporto, poche settimane fa ero in Israele, tiro di sciabola e posso portare armi in macchina. Sono assolutamente sereno".

E allora? Un clamoroso abbaglio degli investigatori o uno ‘scambio’ di persona? Un complotto? "Non so che dire, io so di non aver fatto niente, vedo solo strane coincidenze nelle date: le elezioni europee all’inizio di tutto e ora il voto in Umbria alla fine". Sta di fatto che ’rapina aggravata’ è un’accusa pesante e l’M5S sulle sorti degli indagati ha posizioni piuttosto rigide: "Ai miei referenti dei Cinque Stelle ho comunicato tutto e il Movimento è dalla mia parte. Nessuno mi ha mai chiesto di dimettermi, di fare un passo indietro e anche questo qualcosa significherà", conclude Gasperi che, come dice lui, ora pensa solo a vivere un Natale sereno in famiglia. © RIPRODUZIONE RISERVATA