"Io non posso entrare": il nostro tour a Siena. In carrozzina

Dal Battistero alla Rocca, ecco la città "proibita" ai disabili

Paolo Limberti in Piazza del Campo

Paolo Limberti in Piazza del Campo

Siena, 25 luglio 2016 -  UNA PASSEGGIATA da turisti in centro storico riempie gli occhi di bellezza. Per qualcuno, però, può diventare un’odissea. Costellata di luoghi inaccessibili, dunque proibiti. Il motivo? Un handicap. Succede a Siena e succede nel 2016. Per capire cosa significhi vivere da cittadini «di serie B» – con qualche diritto in meno degli altri – abbiamo fatto un breve tour in compagnia di Paolo Limberti, vicepresidente dell’associazione Paraplegici di Siena: 62 anni, costretto su una carrozzina da 34, residente a Poggibonsi.

INIZIO DEL TOUR. STRADE GROVIERA.

Incontriamo Paolo, insieme alla sua assistente, in piazza Gramsci. Lui prepara la carrozzina e aggiunge un motore elettrico con un manubrio. «Senza questo – spiega – per me sarebbe difficile precedere a causa delle scosse, tra buche, pendenze e pavimentazioni consunte, che potrebbero farmi cadere». Siamo pronti: si parte. Imbocchiamo via Banchi di Sopra: una corsa a ostacoli. «Bisogna avere forza fisica, sarà che io sono un po’ invecchiato». Scherza lui che di forza invece ne ha anche grazie al tiro con l’arco e ai tanti anni di nuoto. Buttando qua e là lo sguardo si vedono negozi con scalini inaccessibili o addirittura rampe invalicabili.

I SIMBOLI DELLA CITTÀ. INACCESSIBILI.

Arriviamo in Rocca Salimbeni, e qui c’è il primo vero e proprio stop del nostro giro: «Questa salita – dice Paolo – è davvero difficile da affrontare». La sua assistente lo aiuta a spingere la carrozzina perché non slitti, ma arrivati in cima, ecco la grande delusione: si può solo buttare uno sguardo dentro l’androne. Le scale non permettono di andare oltre e l’unica cosa da fare è tornare indietro.

I LUOGHI DELL’ARTE. MA NON PER NOI.

Proseguiamo da “turisti per caso” in via dei Pellegrini, giungendo fino al Battistero e alla cripta. Anche qui, però, l’amara sorpresa. Le scale ci impediscono l’accesso. Possiamo entrare solo in Duomo. Poco male, dovremo accontentarci. Paolo guarda il facciatone: «Da giovane sono salito lassù - ricorda con un sorriso».

I TEMPLI DELLA CULTURA. E NOI FUORI. Non ci diamo per vinti, vogliamo tornare a casa più ricchi di prima. Almeno in spirito. Proviamo allora a entrare nel Museo dell’Opa, ma veniamo informati che non c’è l’ascensore. Niente da fare, si torna indietro.

NEL CUORE DI SIENA. CON LA TREMARELLA.

Con il caldo del mezzogiorno arriviamo a Chiasso Largo e facciamo la nostra entrata in una Piazza del Campo piena di turisti e di sole. «Senti che scosse», dice Paolo. In certi punti la piazza dà del filo da torcere alla sua carrozzina. Ma su questo punto Paolo non polemizza: la bellezza ha un costo, soprattutto quando è così antica. Eppure, tornando verso la macchina un poco accaldati e affaticati, il commento resta amaro: «Questa meravigliosa città. Dovrebbe venirci più incontro». Ce la farà?