Johnny lo Zingaro arrestato nel Senese, tradito dall'amore per una donna / VIDEO

Mastini, 57 anni, era evaso il 30 giugno. Ritrovato a Taverne d'Arbia (Siena) con la donna con la quale aveva una relazione, evasa dai domiciliari di Pietrasanta (Lucca). A tradirli la Postepay della compagna

Johnny Lo Zingaro

Johnny Lo Zingaro

Siena, 25 luglio 2017 - E' finita la latitanza di Giuseppe Mastini, detto Johnny Lo Zingaro, evaso il 30 giugno scorso dal carcere di Fossano, in provincia di Cuneo. Lo rende noto la Polizia con un tweet. E' stato arrestato in Toscana, a Taverne d'Arbia (Siena). La chiave che ha permesso di risolvere il giallo è stata la relazione con Giovanna Truzzi, nata dal carcere. La donna era agli arresti domiciliari a Pietrasanta (Lucca) ma anche lei era scomparsa da casa il 30 giugno. I due sono stati trovati insieme nell'abitazione della sorella di Giovanna Truzzi; non ci sarebbe stata resistenza all'arresto da parte della polizia. Le persone che hanno dato appoggio al fuggitivo sono state denunciate a piede libero per favoreggiamento, spiega la Polizia Penitenziaria.

"Questa è la mia ultima fuga". Così Giuseppe Mastini si sarebbe rivolto ieri ai poliziotti che lo hanno catturato a Taverne d'Arbia. A riferirlo questa mattina in conferenza stampa Alfredo Fabbrocini, direttore della seconda divisione del servizio centrale operativo della polizia. Fabbrocini ha ricordato i colleghi vittime di Johnny lo Zingaro, Michele Giraldi, Mauro Petrangeli, Vittorio Bigi. "Parliamo di persone uccise o ferite e per i quali ci siamo sentiti in dovere d'impegnarci forse più di quanto siamo abituati a fare solitamente, per cercare di evitare che Johnny riuscisse o provasse a sottrarsi per l'ennesima volta alle maglie della giustizia", ha detto Fabbrocini.

La polizia a Taverne d'Arbia (Siena) - foto di Paolo Lazzeroni
La polizia a Taverne d'Arbia (Siena) - foto di Paolo Lazzeroni

I FINTI CORRIERI E IL MATERASSO - Romanzesco il blitz della polizia (LE FOTO): gli agenti si sono finti dei corrieri che dovevano consegnare un materasso.  Secondo quanto si apprende, la Polizia ha seguito le tracce dell'uomo fin da quando era fuggito su un taxi a Genova. Grazie alle più sofisticate tecnologie, gli uomini della Direzione centrale anticrimine sono riusciti ad individuarlo a Pietrasanta (Lucca), da dove si è allontanato con la compagna. Johnny e la donna sono stati seguiti dai poliziotti e dagli uomini della Penitenziaria fino a quando non sono arrivati a Taverne d'Arbia. Qui, sempre secondo quanto si apprende da fonti qualificate, la coppia è stata ospitata da alcuni parenti di Giovanna Truzzi che, per l'arrivo dei due, avevano ordinato un nuovo materasso. Ed è qui che i poliziotti hanno messo in atto lo stratagemma che ha consentito la cattura.

LA POSTEPAY - A portare gli investigatori a Siena è stato l'utilizzo di una Postepay intestata alla compagna di Giuseppe Mastini detto Johnny lo Zingaro. Giovanna Truzzi, infatti, ha utilizzato la carta il 3 luglio per pagare la spesa e effettuare alcuni prelievi. Da qui le indagini sul senese. Per gli inquirenti è stato duro ricostruire i legami familiari della Truzzi e la possibile parentela con la sua omonima a Taverne d'Arbia. A complicare le ricerche l'etnia sinti a cui appartiene la famiglia Truzzi che rende difficile risalire ai certificati di nascita dai quali risultava che sia Giovanna sia Esterina fossero figlie uniche. Una volta ricostruita la parentela tra la compagna di Johnny lo Zingaro con la sorella Esterina Truzzi, dopo alcuni giorni di appostamenti, gli inquirenti sono entrati in azione nella giornata di domenica per installare una telecamera nel giardino del condominio dove si trova la casa che ha ospitato Mastini. Grazie a questa, ieri intorno alle 15, le forze dell'ordine hanno avuto la certezza che l'uomo si trovasse nell'abitazione di Taverne d'Arbia. Infatti, una ripresa ha mostrato il latitante conversare sulla soglia di casa con un amico che era andato a trovarlo.

IL BLITZ - L'irruzione nell'appartamento popolare a Taverne d'Arbia è iniziata alle 19 ed è stata condotta da agenti del servizio centrale operativo della polizia di Stato e delle squadre mobili di Cuneo, Lucca e Siena insieme al nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria. Impiegate venti auto, spalleggiate da un elicottero. Johnny lo Zingaro è stato catturato nella mansarda dell'appartamento dove si trovava in via Conte d'Arras a Taverne d'Arbia. Al momento dell'irruzione degli agenti di polizia, il latitante avrebbe solo accennato una fuga arrampicandosi sul muro che dà sul tetto ma, resosi conto di essere circondato, si è arreso senza opporre resistenza. Nell'abitazione non sono state rinvenute armi da fuoco e Johnny lo Zingaro è attualmente detenuto in carcere a Siena. Insieme con Johnny lo Zingaro sono state arrestate la sua compagna Giovanna Truzzi, anch'essa latitante, e la sorella di quest'ultima, Esterina, con l'accusa di favoreggiamento. Proprio la sorella aveva accolto e nascosto nella sua abitazione di Taverne d'Arbia da diversi giorni i due latitanti.

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I VICINI - "Abbiamo avuto paura", dicono ai cronisti i vicini di casa dove è stato arrestato Johnny Lo Zingaro. L'abitazione è su due piani in una schiera di case popolari. "Siamo entrati immediatamente in casa e siamo usciti di nuovo solo quando abbiamo sentito le sirene ripartire", dicono alcuni testimoni dell'arrivo delle forze dell'ordine. "È stata una cosa che non avevamo mai visto, neppure in tv", aggiunge qualcuno.

LA FUGA - "Johnny lo Zingaro era nascosto in quell'appartamento riteniamo dai primi di luglio", ha rivelato Alfredo Fabbrocini durante la conferenza stampa. "Qui si sentiva in una botte di ferro perché nessuno conosceva la sua identità e nessuno in casa lo avrebbe mai tradito". Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'uomo dopo essere evaso avrebbe preso un taxi fino a Genova e da qui in treno avrebbe raggiunto Forte dei Marmi. Qui si sarebbe ricongiunto con la compagna Giovanna Truzzi, anche lei evasa. Infatti, la donna stava scontando i domiciliari nell'abitazione del figlio a Pietrasanta per numerosi reati contro il patrimonio. A nulla sarebbero valsi i tentativi del figlio per farla desistere dalla "fuga d'amore". I due latitanti, una volta ricongiuntisi, hanno spento contemporaneamente i cellulari per poi scappare nel senese e trovare nascondiglio in casa della sorella di Giovanna Truzzi, Esterina.

L'IDENTIKIT - Johnny Lo Zingaro fu condannato all'ergastolo nel 1989, perché ritenuto responsabile, fra gli altri reati, dell'omicidio dell'agente Michele Giraldi, in una notte di fughe, spari, sequestri e inseguimenti: la notte del 23 marzo 1987. Il suo nome finì anche nell'inchiesta sulla morte di Pierpaolo Pasolini, anche se il suo coinvolgimento non è mai stato provato. Johnny, da parte sua, si è sempre professato innocente.

Analfabeta, figlio di giostrai sinti. Sulla sua figura di criminale bello e maledetto Emanele Del Greco ha costruito il film 'Johnny Lo Zingaro, tutta la verità' . Il 30 giugno Mastini uscì dal carcere cuneese intorno alle 8. Insieme ad altri detenuti avrebbe dovuto raggiungere in treno la scuola di polizia di Cairo Montenotte, nel Savonese, dove lavora. Gli altri arrivarono, lui no. Alle 18.30 avrebbe dovuto finire il turno. 

Giuseppe Mastini portato in Questura a Roma nel 1987 (Ansa)
Giuseppe Mastini portato in Questura a Roma nel 1987 (Ansa)

LE REAZIONI - Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha telefonato al capo della Polizia Franco Gabrielli per congratularsi dell'operazione. "Voglio ringraziare - ha sottolineato il ministro Minniti - la Polizia di Stato e la polizia Penitenziaria che, con alta professionalità e con un'articolata attività l'indagine sono riusciti ad assicurare alla giustizia un pericoloso latitante".

L'avvocato di Mastini, Enrico Ugolini, ha invece commentato così: "Attendo di parlare con il mio assistito. Non l'ho ancora sentito, così come non l'ho mai sentito in questo mese di latitanza. Difficilmente verrà riportato in Piemonte".