Nozze a 90 anni, la sposa mancata finisce nei guai

Lui, 40 anni più vecchio della donna di Campi Bisenzio, è morto pochi giorni fa. Intanto si è aperto il processo

Pietro Biagi

Pietro Biagi

Prato, 23 giugno 2016 - Voleva sposare quella donna più giovane di lui di 38 anni, non tanto «per amore», quando perché lo portasse via dalla casa di riposo e si occupasse di lui fino alla fine dei suoi giorni. In cambio le avrebbe lasciato l’eredità. Ma il matrimonio fu bloccato dalla Procura di Prato perché la futura sposina era indagata per circonvenzione di incapace. Una storia che fece scalpore in città quando si diffuse la notizia delle nozze imminenti tra i due. Lui aveva 90 anni, lei 52. Il processo a carico della donna non è ancora cominciato, ma l’uomo, Pietro Biagi, si è spento pochi giorni fa senza rivedere la donna che lo avrebbe dovuto accudire fino alla fine dei suoi giorni: Domenica Di Rocco.  L’annuncio delle nozze risale al 2011 quando Biagi, ospite della casa di riposo Santa Caterina di piazza San Domenico, ammise di aver affisso le pubblicazioni a Campi Bisenzio (dove la donna era residente) per sposare la Di Rocco che da tempo si prendeva cura di lui, da quando la moglie era ancora in vita ma costretta in una casa di riposo.  Biagi si è spento pochi giorni fa all’età di 96 anni, mentre ieri doveva partire il processo a carico della Di Rocco per circonvenzione di incapace. 

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Il procedimento, però, è saltato perché il giudice Fedelino ha rimesso gli atti al presidente del tribunale per incompatibilità, essendo stata in passato giudice tutelare per le vicende del novantenne. I fatti risalgono al 2007/2008 quando era ancora viva la moglie di Biagi, Duilia. Fu la nipote dell’anziana (la coppia non aveva figli) ad accorgersi che qualcosa non andava perché le rette per la permanenza di Duilia nel ricovero non venivano pagate da tempo. Da quel momento si scoperchiò una pentola bollente.  La nipote scoprì che dal conto della zia – cointestato con il marito – c’erano diversi ammanchi e si rivolse a un legale, l’avvocato Luca Brachi, che assiste tutt’ora la nipote nel procedimento.  All’epoca, la Di Rocco frequentava già la casa del novantenne: era lei che si prendeva cura dell’anziano mentre la moglie era nel ricovero. Si scoprì, però, che la donna aveva deleghe e procure per mettere le mani sul conto corrente.  La nipote fu subito nominata amministratore di sostegno della zia e, poi, dello zio che era scomparso, ma che fu ritrovato abbandonato in un ricovero a Roma.  Fu lo stesso Biagi, probabilmente sotto richiesta della Di Rocco, originario di Fossato (Cantagallo), a inscenare una sorta di compravendita con il fratello di una casa in Vallata. Compravendita mai avvenuta ma per la quale il novantenne prese i soldi.  Partirono le indagini della Procura, del sostituto Roberta Pieri poi trasferita a Firenze, che fece un provvedimento urgente per sequestrare la quota della casa di Biagi, non sapendo quali procure il novantenne avesse firmato alla Di Rocco.   

«Son sordo come un panchetto ma sono lucidissimo», disse Biagi annunciando il matrimonio con la donna di 38 anni più giovane di lui. Peccato, che la Di Rocco fosse indagata da un anno e mezzo per circonvenzione di incapace e che ci fosse una perizia su Biagi che lo riteneva un soggetto «circonvenibile». Biagi adesso non c’è più, ma il procedimento a carico della sposa mancata va avanti.