Vivono in case popolari ma sono milionari: sequestrato il "tesoro" dei rom

Operazione della guardia di finanza che ha sequestrato 2,5 milioni di euro in soldi, immobili e gioielli ad alcune famiglie assegnatarie di alloggi da parte del Comune

La conferenza stampa in procura

La conferenza stampa in procura

Prato, 21 giugno 2017 - Sono in corso da stamani perquisizioni della guardia di finanza di Prato a carico di alcune persone rom che vivono da anni in città. Persone che, sebbene siano assegnatarie di alloggi popolari, sarebbero in possesso di un tesoro (immobili, gioielli, denaro in contanti)  che è stato sequestrato dalle fiamme gialle.

Nell'operazione sono stati impiegati oltre cinquanta finanzieri che hanno eseguito sequestri di beni per un valore di 2,5 milioni di euro ad alcune famiglie rom di Prato. Il decreto di sequestro finalizzato alla confisca, emesso dall’apposita sezione del Tribunale di Prato, è arrivato a conclusione delle indagini svolte dal Nucleo di polizia tributaria su proposta avanzata - come misura di prevenzione patrimoniale - su richiesta dei pubblici ministeri Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Prato Giuseppe Nicolosi. Una decisione presa "dopo aver valutato la perdurante pericolosità sociale di 7 appartenenti allo stesso nucleo familiare di etnia rom che nel tempo, servendosi anche di prestanome, sono riusciti a disporre di beni per un valore evidentemente sproporzionato rispetto ai redditi percepiti e dichiarati", come si legge in una nota della guardia di finanza.

"Ad accendere i riflettori sulle evidenze patrimoniali accumulate in un arco temporale di ben 3 lustri _prosegue la nota_  sono state le intense indagini che hanno messo alla luce: la mancata dimostrazione della legittima provenienza dei beni nella disponibilità dei proposti; la manifesta sproporzione tra il patrimonio accumulato dagli stessi e dai propri nuclei familiari (altri 8 soggetti) per un valore di 2,5 milioni di euro; l’approfondimento di 16 operazioni bancarie classificate “sospette” dalla Banca d’Italia ed inviate al reparto pratese dal Nucleo speciale polizia tributaria di Roma".

La guardia di finanza sottolinea che "per due soggetti dei predetti nuclei familiari, il Comune di Prato aveva addirittura assegnato un alloggio popolare perché indigenti".