Autovelox Declassata, raffica di multe annullate dal giudice

La Cassazione: "Postazioni ok solo con i vigili"

Vigili autovelox

Vigili autovelox

Prato, 20 dicembre 2016 - Dopo Firenze, Prato. Dopo i viali Etruria, Matteotti, Gramsci, Lavagnini nel capoluogo toscano, viale Leonardo da Vinci. La Declassata: da Prato est a Prato ovest. La Cassazione (sesta sezione civile, presidente Stefano Petitti) con due sentenze depositate il 6 ottobre, ha accolto i ricorsi di altrettanti automobilisti - battuti in primo grado davanti al giudice di pace e in appello in tribunale - contro multe prese appunto in viale da Vinci, tramite autovelox. Viale classificato dal Comune (erroneamente, a questo punto) come ‘strada urbana di scorrimento’, categoria tipo D dov’è possibile installare le postazioni fisse, senza agenti accertatori accanto alle stesse.

Secondo la Cassazione "le doglianze prospettate dai legali degli automobilisti con i primi tre motivi del ricorso sono fondate". A cominciare dalla prima: viale Leonardo da Vinci non è strada urbana di scorrimento. Non lo è perché mancano i requisiti indicati nel codice della strada all’articolo 2 comma 3 lettera D: la banchina pavimentata a destra, il marciapiede, le intersezioni a raso con semafori. Né basta che siano presenti in alcuni tratti del viale: o si trovano lungo l’intero percorso, o niente.

Anche questo hanno sottolineato i giudici di terzo grado, a Roma. Bacchettando il Tribunale, "che anziché accertare in concreto la presenza o non (di banchina pavimentata, marciapiede, intersezioni con semafori, ndc) si è soffermato sulla irrilevanza della mancanza della banchina pavimentata a destra, in quanto elemento soltanto eventuale della strada urbana di scorrimento".

Ragion per cui a questo punto o il comando dei vigili, su indicazione del Comune, mette i vigili di servizio accanto alle postazioni, oppure deve (dovrebbe) ritirare gli autovelox. Per assurdo l’amministrazione meglio farebbe a ‘spacchettare’ il viale da Vinci. Nei tratti dove ci sono banchine, marciapiedi e intersezioni con semafori, l’autovelox andrebbe bene. Negli altri, sprovvisti di banchine, marciapiedi e intersezioni, si dovrebbero togliere. O come detto, azionare solo se accanto ci sono i vigili.

Se queste ultime sono considerazioni anche ‘politiche’, tangibili invece sono le conseguenze pratiche, effettive, in pratica immediate delle sentenze della Suprema Corte. Venerdì davanti al giudice di pace Pietro Vittorio Troili un gran numero di cause di cittadini contro il Comune per le contravvenzioni prese sul viale da Vinci si sono risolte tutte a favore dei primi, con annullamento dei verbali per «conseguente illegittimità degli accertamenti effettuati tramite i ‘dispositivi di rilevamento della velocità, senza contestazione immediata’». Disposta la compensazione di spese, ma solo perché la Cassazione si è pronunciata di recente. Si tratta di ‘materia nuova’, non si tratta di liti temerarie e allora ognuno paghi le sue spese legali.

Sono 14 le cause vinte dall’avvocato Andrea Vascellari, una dall’avvocato Stefania Guercini che è stata tra i primissimi avvocati a intraprendere questa non facile battaglia giudiziaria sulle installazioni di autovelox, solo su strade di scorrimento, purché abbiano effettivamente le caratteristiche normate dal Cds.

giovanni spano