Estorsioni a imprenditori, in manette due fratelli

I taglieggiamenti andavano avanti da anni. Da una delle vittime si facevano consegnare duemila euro a settimana. L'appello: "Chi ha subito azioni simili, si faccia avanti"

Carabinieri (Foto archivio)

Carabinieri (Foto archivio)

Prato, 20 gennaio 2018 - Negli anni erano riusciti a estorcere migliaia di euro. Bastava un’intimidazione o una minaccia per convincere due imprenditori della zona di Poggio a Caiano a tirare fuori i soldi. Con l’accusa di estorsione aggravata sono finiti in carcere questa mattina - arrestati dai carabinieri di Prato - i fratelli Vincenzo (52 anni) e Silvano Bartolo (49 anni) che avrebbero commesso una serie di estorsioni ai danni dei due imprenditori per anni. Una serie di episodi ripetuti nel tempo, quasi cadenzati, simili a quelli che ricordano la riscossione del «pizzo» nei territori controllati dalla mafia. A far partire le indagini dei carabinieri, è stata la denuncia di una delle due vittime, stanca delle minacce e dei taglieggiamenti a cui veniva sottoposto.

Secondo quanto riferito dagli investigatori, i Bartolo pretendevano dall’uomo duemila euro a settimana. Gli episodi contestati risalgono al 2014, ma si sospetta che l’attività criminale dei fratelli potesse essere cominciata ben prima. Negli anni si sarebbero fatti comprare anche un’auto di grossa cilindrata da 70mila euro. La seconda vittima non ha mai denunciato spontaneamente gli episodi ma le estorsioni nei suoi confronti sono emerse durante le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, guidato dal maggiore Vitantonio Sisto. Il 14 dicembre scorso, i carabinieri arrestarono il figlio di Vincenzo, Bruno, mentre stava andando a prelevare i soldi da una delle vittime a Mezzana. «Personaggi con un curriculum criminale accertato – ha spiegato il tenente colonnello Marco Grandini – che riuscivano a farsi consegnare i soldi con le minacce».

Nell’ordinanza è contestato anche un episodio di aggressione nei confronti di una delle vittime. Nella perquisizione domiciliare è stata sequestrata una scacciacani modificata. «Si sospetta che ci siano molti altri casi – ha detto il procuratore Giuseppe Nicolosi – Quindi lanciamo un appello: chiunque abbia subito minacce di questo tipo o abbia consegnato denaro si faccia avanti. L’omertà è la precondizione per l’espansione delle attività criminali». I fratelli hanno precedenti specifici: Vincenzo era ai domiciliari per finire di scontare una pena a tre anni e tre mesi per una rapina ai danni di un altro commerciante della zona di Poggio, mentre Silvano ha patteggiato una pena a due anni per lo stesso episodio e quindi era libero. Il gip Angela Fantechi ha firmato l’ordinanza per l’arresto dei fratelli su richiesta dal sostituto procuratore Laura Canovai.