"A rischio l'assistenza per disabili gravi", l'allarme della fondazione Turati

Un accordo Stato-Regioni impone alla Onlus la richiesta delle rette di assistenza alle aziende sanitarie di provenienza. Cariglia: "Impossibile"

Anziani (foto d'archivio)

Anziani (foto d'archivio)

Pistoia, 9 novembre 2016 -  Un accordo preso nella conferenza Stato-Regioni mette a rischio la permanenza di persone con gravi disabilità in strutture convenzionate e la stessa sopravvivenza delle realtà socio-assistenziali che li ospitano a partire dal primo gennaio 2017. È l'allarme lanciato oggi dalla Fondazione Turati nel corso di un'audizione in commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd). A guidare la rappresentanza, il presidente Nicola Cariglia.

La Fondazione Turati, ricorda una nota, è una onlus che gestisce una delle realtà più significative in Toscana in campo socio-sanitario, ha strutture anche nel Lazio e in Puglia. A Gavinana ( Pistoia) gestisce un Centro socio sanitario con 230 posti letto, dei quali 130 per due residenze per anziani, 50 per persone affette da gravi disabilità (attualmente ne sono ospitati 40) e altri 50 come centro di riabilitazione. «Il problema che vi sottoponiamo deriva da una decisione della commissione salute della conferenza Stato-Regioni recepita dalla Regione Toscana - ha spiegato Cariglia - per la quale, dal primo gennaio 2017, 21 dei nostri ospiti affetti da gravi disabilità si troveranno in gravi difficoltà».

La Fondazione, ha spiegato ancora Cariglia, dovrà percepire la retta per il mantenimento di queste persone alle Asl di provenienza, che nel caso di ventuno ospiti a Gavinana sono Asl di altre regioni. «Si tratta di persone originarie di altre regioni, ma che vivono in Toscana ormai da trenta-quaranta anni. Pressoché impossibile trasferirli e altrettanto andare a richiedere la retta alle Asl di provenienza», ha spiegato ancora Cariglia. Fino al momento della decisione, nel 2015, la retta era pagata integralmente dalla Regione Toscana, «che in questi due anni ha deciso, in regime transitorio, di continuare a pagare e di rivalersi sulle regioni di provenienza. Dal primo gennaio del prossimo anno, il pagamento si interromperà». Scaramelli, in accordo con gli altri consiglieri, ha chiesto «un approfondimento tecnico-normativo e un quadro aggiornato delle analoghe situazioni nelle altre realtà della nostra regione», per arrivare «in tempi brevi, prima del prossimo Consiglio e in accordo con l'assessore regionale, alla definizione di un provvedimento che permetta di trovare la soluzione a questo problema»