Amianto killer, due morti sotto esame. Indagati due ex dirigenti della Breda

Super-perizia del giudice per un caso di tumore all’esofago

Operaio al lavoro

Operaio al lavoro

Pistoia, 9 luglio 2015 - DUE CASI di morte correlabile all’esposizione alle fibre di amianto nelle officine della Breda sono al vaglio del giudice per le indagini preliminari Patrizia Martucci e sono stati entrambi affrontati ieri mattina in tribunale. Le indagini sui due casi sono state dirette dal sostituto procuratore Luigi Boccia, pubblico ministero in udienza. Il primo caso discusso davanti al giudice è stato quello della morte di Giorgio Mochi, avvenuta il 14 febbraio del 2013 per una forma tumorale che lo aveva colpito all’esofago. Mochi aveva lavorato alla Breda dal 1965 al 1992. La fibra fu bandita il 1 luglio del 1993. Quando Mochi morì fu eseguita l’autopsia e venne aperto un fascicolo in procura. 

Nella relazione finale depositata dall’Asl, si ipotizzava, sulla base di studi recenti, che anche il carcinoma all’esofago, così come il mesotelioma pleurico e il tumore al polmone, potesse insorgere in conseguenza all’esposizione alla micidiale fibra. Poteva essere una concausa nel decesso di Giorgio Mochi, insieme al fumo di sigaretta, poichè l’operaio era anche fumatore. L’impossibilità però di poter attribuire con certezza l’origine della malattia che lo aveva portato alla morte aveva determinato, da parte del pm, la richiesta di archiviazione del caso, dove sono indagati gli unici ex dirigenti ancora in vita del periodo in cui l’amianto era ancora utilizzato nelle officine di via Ciliegiole, ovvero Andrea Cai, 77 anni, e Corrado Fici, di 80 anni, difesi rispettivamente dall’avvocato Andrea Niccolai di Pistoia e dal professor Stefano Torraca di Napoli. Ieri il giudice Martucci, che aveva disposto ulteriori indagini, ha nominato, quale consulente tecnico d’ufficio, il professor Francesco Di Costanzo, direttore del dipartimento di oncologia medica di Careggi, che dovrà rispondere ai quesiti posti dal giudice e dire se il tumore che ha ucciso Mochi è riconducibile all’esposizione alle fibre. Un nesso causale esistente per l’anatomopatologo Brunero Begliomini che, nel frattempo, ha svolto la perizia per il pubblico ministero, di parere contrario il professor Vito Foà, consulente per la difesa, da qui la sollecitazione del gip al pm a chiedere, sul caso Mochi, una consulenza tecnica d’ufficio, e così è stato ieri. 

Richiesta di archiviazione invece, sia da parte del pubblico ministero che dei legali dei due ex dirigenti indagati per omicidio colposo, per la morte dell’altro ex lavoratore di via Ciliegiole, Amilcare Sacconi, sicuramente vittima della fibra killer, visto che la sua vita è stata stroncata da mesotelioma, il tumore dell’amianto, ma la relazione dell’Asl svolta per il pubblico ministero Luigi Boccia ha confermato che nel periodo in cui Sacconi è stato esposto alle fibre, non erano loro i responsabili dello stabilimento. Sacconi era stato saldatore e tubista dal 1954 al 1988. Il mesotelioma gli fu diagnosticato nel maggio del 2010, morì dopo sei mesi. Il giudice Martucci si è riservata la decisione, che renderà nota nei prossimi giorni.