Maltrattamenti all'asilo, indagate anche altre due colleghe

"Mettiti a sedere o ti faccio male, parecchio male"

Sonia Ori

Sonia Ori

Pisa 7 febbraio 2016 - La troppa cautela e la speranza in un’efficace redenzione non sono state, col senno del poi, delle buone alleate. Lo sanno bene le tre educatrici (di una sezione diversa rispetto a quella dove lavorava Sonia Iacopa Ori) che, da più di un anno, avevano notato degli strani atteggiamenti nella ‘decana’ dell’asilo comunale del Cep. Ma era una collega, un’educatrice con un invidiabile bagaglio di esperienza e non volevano credere ai loro occhi. Poi, non potendo più mettere a tacere la coscienza, hanno vuotato il sacco denunciando una situazione capace di far raccapricciare la pelle. Sicuramente non potevano immaginare le atrocità che avvenivano nelle stanze della sezione adiacente alla loro ma, di certo, gli episodi al vaglio della procura non sono stati un fulmine a ciel sereno per le tre insegnanti.

«Le denuncianti dichiaravano di aver già affrontato la situazione con le tre colleghe durante una riunione tenutasi nel maggio 2015 – si legge nell’informativa sull’esito delle indagini emessa dal comando provinciale dei carabinieri diretto dal capitano Michele Cataneo – e di aver soprasseduto dal denunciare i fatti presso il competente ufficio comunale in virtù del cambio di atteggiamento, in positivo, manifestato dalle tre. Seguentemente, soltanto dopo aver appreso che in effetti le cose non erano cambiate durante il corrente anno scolastico, decidevano di rivolgersi ufficialmente presso gli uffici comunali». Una sorta di ultima possibilità, un timido temporeggiare in attesa di un edificante cambiamento che, purtroppo, non è mai avvenuto. «Ti metto in bagno, ti metto fuori al freddo se non ti cheti».

«Quel rincoglionito dove è andato?». «Si diverte proprio a rompere il cazzo». «Faccio finta di non vedere perché sennò... Come si fa coi cani sai?» «Chi è che vuole un pochino di mandarino? Lo volete? A te non te lo do». Sono solo alcune delle frasi, catturate dalle intercettazioni ambientali, che la maestra Sonia Iacopa Ori rivolgeva la mattina ai suoi bambini. ‘Suoi’ perché i genitori di quei piccoli avevano deciso di affidare i loro beni più preziosi alle cure e all’educazione di quella insegnante, con oltre 25 anni di esperienza alle spalle, assunta al nido comunale del Cep.

E ancora «Mettiti a sedere perché ti faccio male oggi, ti faccio male parecchio... - sbuffa la maestra Sonia dando ad un bambino due patte - Mi fa incazzare, perdo il controllo della situazione. Se ti chiamo un’altra volta ti do di quegli sculaccioni che ti frizza il culo per un mese». «Bella patta, Dio bono» esclama la maestra Marcella Ricci che, con la Ori, ci lavora da più di dieci anni. Ora anche lei è indagata e sospesa dal posto di lavoro, così come Donatella Castiglioni, la terza maestra che, secondo gli inquirenti, come si legge nell’informativa dei carabinieri hanno posto in essere comportamenti e linguaggio «nettamente in contrasto con le finalità che si prefigge la struttura pubblica in argomento».

Non si limitavano a guardare la collega Sonia e a tacere i terribili maltrattamenti che metteva in scena a danno dei bambini bensì alzavano le mani. «Ma sei rincoglionito? - urla la maestra Marcella Ricci ad un bimbo mentre afferra il suo gioco e glielo lancia ad un paio di metri di distanza - una bestia, uno che sta a tavola così , che fa queste cose qui. Il compito dei genitori è quello di vigilà, di tirà su una persona mica un coso, un pazzo furioso». Urla e comportamenti, che oggi, la maestra Ricci dice di non aver mai tenuto. Anzi.

«Non ci riconosciamo nelle ricostruzioni di questi giorni afferma, insieme alla collega Donatella Castiglioni, difese dagli avvocati Giulia Padovani e Francesco Marenghi –. L’ambiente dell’asilo è sempre stato sereno. Siamo sotto choc, ma anche pronte e sicure di chiarire tutto». Eppure da quei video emerge che strattonamenti, minacce verbali e maleducazione erano all’ordine del giorno in un luogo che, sulla carta, sarebbe deputato alla crescita sana e all’evoluzione psicologica dei piccoli. Ma come si può andare felici all’asilo quando sai di ricevere percosse, forzature, parolacce e derisioni? Le piccole creature avevano solo il pianto come unico strumento di difesa ma, anche quello, non era tollerato. «Chiudi quella bocca e usala solo per mangiare – urla la maestra Sonia ad un bambino mentre con il dorso della mano destra lo colpisce al viso - zitto, noioso, non ti voglio vedere né sentire!».