Caterina, l'odissea di un viaggio "Un'impresa prendere il treno"

I genitori: "Come è difficile spostarsi su una sedia a rotelle"

La difficile storia di Caterina Zandò

La difficile storia di Caterina Zandò

Montecatini 7 ottobre 2015 - L’ha presa a ridere, Caterina, ma solo perché è una ragazzina intelligente che dimostra un gran senso dell’ironia. Non c’è affatto nulla da ridere infatti a quanto è accaduto alla 12enne di Massa e Cozzile, costretta a vivere non tanto su una sedia a rotelle dalla nascita quanto in un paese incivile. Ha destato lo sdegno di amici e conoscenti ma anche di coloro che hanno appreso da internet la storia, lo sfogo del padre, Silvio Zandò, che si è trovato di fronte alla beffa della disorganizzazione delle ferrovie dello stato. Silvio Zandò è padre di una bella bambina che spera un giorno di andare alle scuole superiori a Pistoia con il treno, come fa suo fratello.

 

Nei giorni scorsi voleva andare a fare un giretto a Pistoia così la mamma, lunedì pomeriggio, l’ha accontentata. «Abbiamo scelto di prendere il treno – racconta papà Silvio – anche perché Caterina un giorno dovrà muoversi da sola, perciò la stiamo abituando ad essere il più autonoma possibile nello spostarsi». Quello che ne è emerso è stato il risultato dell’indifferenza e dell’approssimazione che appare ad un viaggiatore non comune sulla linea Lucca Firenze, dove tra barriere architettoniche, biglietterie chiuse, macchinette automatiche non programmate a dovere, call center a pagamento che tengono in attesa senza mai rispondere mentre tempo e soldi se ne vanno, parcheggi per disabili occupati illegittimamente da persone in salute, sottopassi inaccessibili ed ascensori guasti da sempre, quello delle ferrovie più che un servizio, appare come un corso di sopravvivenza.

 

«Mia moglie ha scelto di prendere il treno alla stazione di Montecatini Centro – continua Zandò – perché c’è un solo binario e non si corre il rischio di non riuscire a montare se il treno arriva sul secondo binario come accade all’altra stazione. Naturalmente il parcheggio per disabili era occupato abusivamente ma mia moglie ha parcheggiato un po più lontano. Poi la biglietteria era chiusa e con quella automatica non si riesce a fare il biglietto con la carta blu riservata per i disabili con accompagnatore e quindi abbiamo pagato il biglietto intero per tutte e due».

 

A quel punto la signora Zandò «prova a chiamare l’ 199303060 per richiedere l’assistenza sul treno – continua il papà di Caterina – ma non risponde nessuno. E quindi montiano sul treno e fortunatamente arriva a Pistoia sul binario 1, altrimenti sarebbe stato un guaio uscire dalla stazione, se il treno si fosse fermato sugli altri. Così al ritorno è stata una gentilissima assistente addetta alle pulizie della stazione che ha aiutato mia moglie a portare la bimba con la seggiolina giù dalle scale e poi su fino al binario 5. Non senza fatica riescono a montare sul treno dove, ironia della sorte, si sentono dire dal capotreno che non avevano fatto la richiesta al...199». Meno male Caterina dice di essersi divertita lo stesso della gita fuoriporta.