Morto in cava, il mondo del marmo incrocia le braccia: "Più sicurezza"

Franceschini rinvia l’incontro; annullato il consiglio comunale

Il luogo dell'incidente (Foto Delia) e la vittima

Il luogo dell'incidente (Foto Delia) e la vittima

Carrara, 29 novembre 2016 - In cava ieri, dopo la morte del cavatore Mauro Giannetti, è arrivato, pochi minuti dopo la tragedia, anche il sindaco Angelo Zubbani, accompagnato dall’assessore Massimiliano Bernardi. «Registriamo questa ennesima tragedia con dolore – ha detto il sindaco - e vicinanza alla famiglia di Mauro. Il primo sentimento va a loro, alla sua compagna che ha un bimbo in grembo e al fratello che ha assistito alla disgrazia. Saranno poi gli inquirenti a verificare la dinamica, a noi spetta l’obbligo di tenere alta la prevenzione e la sicurezza. Questa tragedia ci colpisce proprio in un momento in cui l’impegno sulla sicurezza è massimo. Dopo gli ultimi incidenti in cava, uno sforzo senza precedenti è per la sicurezza, ovvero un potenziamento degli investimenti, degli organici da parte degli enti locali, in primis Regione, Asl e Comune, oltre a tutti i tavoli che in questi mesi hanno prodotto una vera e propria unità di intenti, che ha visto protagonisti anche le parti imprenditoriali. Non possiamo fermarci ora, dobbiamo utilizzare più energia per raggiungerla. Una di queste vie sono gli strumenti legislativi, vedi il regolamento degli agri marmiferi in corso di restyling e la revisione dei piani attuativi della legge regionale 35, che dovranno stabilire qual è la sostenibilità dell’estrazione rispetto all’ambiente».

Il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, ieri in città, ha annullato l’incontro a Marina, il consiglio comunale ha cancellato l’assemblea in programma ieri sera.

I cavatori oggi scioperano. La città è di nuovo in lutto. «Esprimo solidarietà alla famiglia – ha detto il ministro – in un frangente simile è giusto rimandare tutto». «Ci sono cose che vengono prima di tutto e il rispetto per una vita umana è una di queste». Così Antonio Mazzeo, vicesegretario Pd Toscana: «Di fronte a queste tragedie – spiega Mazzeo – la politica ha il dovere di fermarsi e di creare le condizioni per la prevenzione. Questo è uno dei fondamenti irrinunciabili che dovremo perseguire con tutte le forze». «Una mattanza a cui bisogna porre fine» è il commento di Enrico Rossi, presidente della Toscana che aggiunge: «Intensificheremo il lavoro del Piano straordinario per la sicurezza nella lavorazione del marmo per cui abbiamo stanziato due milioni e mezzo. Stiamo analizzando le dinamiche degli incidenti; formeremo tutti gli operatori, vigileremo su tutte le cave. Questo lavoro è già partito, dieci tecnici, selezionati, sono già operativi. Arriveremo alla composizione di un’unità di lavoro di circa 30 professionisti della sicurezza in cava».

Confindustria esprime cordoglio, tramite il presidente Erich Lucchetti: «Il primo pensiero è per la famiglia. Questa nuova assordante tragedia non deve generare un senso di rinuncia e non dobbiamo rassegnarci alla fatalità. Questo si è verificato proprio mentre i vari gruppi chiamati a ridefinire le procedure di sicurezza stavano concludendo il lavoro. Oltre alle nuove regole, occorrono anche i controlli e in questo senso il piano della Regione contribuirà a diffonderle». Il consigliere del Pd Giacomo Bugliani parla dell’importanza di «capire la dinamica e non abbassare la guardia sulla sicurezza. Un incidente che forse si poteva evitare». Anche Mauro Fuso segretario regionale della Cgil Toscana e Paolo Gozzani, segretario provinciale, urlano di sdegno e sostengono che «ci sono luoghi di lavoro dove non si rispettano i requisiti per la sicurezza e ci sono lavori dove il rischio è molto alto. Per salvare il lavoro e la vita dei lavoratori quando mancano i requisiti di sicurezza bisogna avere il coraggio chiudere le attività fino al ripristino non del minimo, ma del massimo di sicurezza possibile».