La Procura chiede il fallimento per la società "Coam" di Bacci

Si tratta della spina dorsale del business del patron della Lucchese. Ma lui si dice tranquillo

Il presidente rossonero Andrea BAcci

Il presidente rossonero Andrea BAcci

Lucca, 23 novembre 2016 - Tre milioni di debiti. Per la Coam Costruzioni srl di Rignano sull’Arno, spina dorsale del business dell’imprenditore Andrea Bacci, vicino al premier Matteo Renzi e presidente della Lucchese calcio, la procura di Firenze ha chiesto il fallimento. Ieri, davanti al giudice fallimentare del tribunale Cosimo Crolla, i legali dell’impresa, Francesco Pagliai e Francesca Bignami, hanno risposto richiedendo il concordato «in bianco». Una mossa che concede un po’ di respiro e una «tregua» almeno temporanea per affrontare con più calma la situazione. Il tribunale si è riservato la decisione: la palla passa al collegio fallimentare, che valuterà nel giro di pochi giorni la sorte dell’impresa. Concordato o fallimento? Nella prima ipotesi, verrebbe concesso un termine di un paio di mesi per elaborare in concreto il progetto di concordato. Ma la situazione è in movimento. Innanzitutto perché, alla richiesta di fallimento formalizzata ieri (e annunciata pure da anonime, ma dettagliate, lettere ai giornali) il pubblico  ministero Christine Von Borries è giunta dopo aver ricevuto un’annotazione della guardia di finanza che prende in considerazione anche gli intrecci economici fra la Coam Costruzioni e la A.S. Lucchese, militante in Lega Pro.

Secondo le fiamme gialle sarebbero infatti stati sopravvalutati i crediti che la Coam srl vanterebbe nei confronti della stessa società sportiva rossonera, di cui Bacci è presidente dalla fine del 2013 e dove la Coam stessa detiene circa il 54%. Ma l’analisi degli inquirenti avrebbe preso in considerazione anche i rapporti tra l’impresa edile di Rignano e alcuni istituti bancari, locali e nazionali. Inoltre, ci sarebbero passivi nei confronti dell’Erario (con alcune rateizzazioni in corso) e decreti ingiuntivi, alcuni dei quali pagati. Situazione non rosea, ma nemmeno tragica, visto che la Coam Costruzioni srl sta lavorando in un importante cantiere a Milano: per questo sarebbe stato chiesto il concordato in bianco che permette appunto la prosecuzione dell’attività d’impresa, seppur con la supervisione di un commissario e dello stesso tribunale fallimentare. Inutile dire che grande catalizzatore dell’attenzione su questa vicenda è proprio Bacci. Il presidente della Lucchese, 53 anni, si dice tuttavia tranquillo. «La Procura a nostro avviso ha esagerato con questa richiesta – commenta Andrea Bacci – . Ci sono passività, ma anche tante attività. Quei dati poi non provengono neppure da un accertamento fiscale sulla Coam. La situazione aziendale secondo me è affrontabile, e quindi sono fiducioso che si possa trovare una strada senza grossi traumi. Ripercussioni da questa vicenda sulla Lucchese? Mah... Spero che i gocatori si impegnino sempre di più in campo...».

Stefano Brogioni Paolo Pacini