Comics, Caredio: «Se batteremo il record di sempre? Non so, ma l’edizione sarà stellare»

Intervista al presidente Caredio, che rivela cifre e aspettative

Francesco Caredio

Francesco Caredio

Lucca, 26 ottobre 2016 - Il gigante cresce, e avanza a grandi passi in città. Conquista spazi, e miete prenotazioni. Sfiorano quota 145mila i biglietti venduti on line a ieri, con la punta di diamante di domenica 30 che sta per conquistare le 44mila presenze «programmate». Il record di tutti i tempi sembra a portata di mano. Ma il presidente di Lucca Comics & Games, Francesco Caredio, sta con i piedi per terra, anche per scaramanzia.

In centro storico quali sono quest’anno le nuove “terre di conquista“ dei padiglioni Comics?

«Di nuovo c’è solo piazza SantaMaria Bianca, dove alcuni cittadini avevano alzato qualche polemica. Ci siamo venuti incontro, e lo faremo ancora a fine manifestazione, nel sospendere le operazioni di montaggio-smontaggio degli stand negli orari di entrata-uscita dalla scuola, per maggior sicurezza».

Le operazioni legate all’allestimento degli stand potevano avere in generale tempistiche più rapide?

«E’ una delle critiche che ci rivolgono, ma francamente è impossibile far prima. Non c’è solo lo stand, ci sono le pedane zavorrate, i cablaggi elettrici e telefonici con fibre ottiche, l’arredamento con migliaia di sedie e tavoli da sistemare. Il tutto da contemperare con le iniziative e gli eventi in centro storico, come i mercati».

E’ solo un’impressione che la maxi casa dei Games, al campo Balilla, stia lievitando di anno in anno?

«Sono 9mila metri quadrati di superficie, 60 metri di campata, più la zona magazzino e la sala incontri. E’ la stessa dello scorso anno, certo la più grande in Italia».

C’è polemica sulla sistematica invasione del campo Balilla, che comporta una spesa importante per il ripristino del prato.

«Siamo una società strumentale, non possiamo avere utili. Tutto quello che viene speso deve ritornare in introiti e viceversa. Quella location, con annessi e connessi, la pagano i visitatori con il biglietto».

E quanto costa l’intero evento Comics?

«L’anno scorso le spese furono pari a 5 milioni di euro. Quest’anno prevediamo di restare più o meno su quell’ordine di grandezza. E gli incassi sono andati a pareggiare il conto, come deve essere»

L’Imt ha condotto una ricerca in base alla quale la kermesse porta un indotto complessivo di 27 milioni di euro, una cifra da capogiro che il popolo del fumetto lascerebbe in città. Un argomento concreto contro i vostri detrattori, come i residenti di città, no?

«Alcuni residenti, non tutti. Le critiche vanno ascoltate, ci aiutano a far meglio. Il mio invito è a uscire dai recinti mentali per cui a guadagnare dai Comics sono il solito nucleo di bottegai. Tanto per dare un numero sono 10mila i pass per la gente che lavora per l’evento. Ci sono 400 ragazzi che collaborano, pagati con voucher circa 300 euro. In più lo stuolo degli espositori. Tutto ciò diventa risorsa che si ridistribuisce sul territorio. Perchè quel negoziante magari può investire in nuovi arredi o attrezzature. Il ragazzo può comprarsi quel paio di scarpe che aveva puntato da tempo, o fare un regalo alla fidanzata. E’ tutta l’economia della città che assorbe linfa vitale».

Quali sono i nuovi punti di forza?

«Difficile scegliere su una rosa di 900 eventi. Però la cupola d’oro dietro il Duomo dove faremo l’inaugurazione è stata una scommessa particolare, unica e inimitabile, per i 50 anni della manifestazione. Poi la mostra di Sergio Bonelli Editore, la Dylan Dog Experience, nelle sale dello storico Hotel Universo. E gli YouTuber per 5 giorni al Polo Fiere. Una serpentina ordinerà le file dei teen ager in cerca di autografo, mentre i genitori si accomoderanno nelle sale allestite a salotto».

Si sbilanci: sarà un’edizione da record?

«Le premesse ci sono. In prevendita nel 2015 abbiamo venduto il 70% dei biglietti, l’anno prima il 30% ma con numeri ultimi da record. In più c’è l’incognita dei 5 giorni. Dati che non ci consentono di sbilanciarci in previsioni».

Concretezza e scaramanzia, appunto. E fino ad oggi, non c’è dubbio, hanno portato bene.