Lucchese, sono ore al cardiopalma. Entro domani servono 450mila euro

Corsa contro il tempo per ripianare la perdita. Ecco i possibili scenari

 I tifosi attendono con ansia di conoscere quale sarà il futuro della società

I tifosi attendono con ansia di conoscere quale sarà il futuro della società

Lucca, 26 gennaio 2017 - Domani, venerdì 27 gennaio, una data da dentro o fuori. Per la Lucchese, da tempo alle prese con una mancanza di liquidità per il blocco praticamente totale dei versamenti di Andrea Bacci (33 per cento del capitale) e della sua Coam (54 per cento) quella di domani sarà giornata davvero chiave. Entro domani, infatti, tutti i soci dovranno ripianare la perdita, che in base a quanto dichiarato davanti al notaio lo scorso 13 dicembre è di circa 752mila euro al 30 settembre 2016. In realtà la perdita totale ammontava a 1,8 milioni ma oltre 1,1 milioni sono stati coperti mediante utilizzo di riserve. Dunque la cifra, comprensiva della ricostituzione del capitale, è pari a 752mila.

Quella è la cifra che i soci devono versare entro la mezzanotte di domani? Non proprio, perché circa 300mila sono entrati a dicembre scorso attraverso i versamenti per il pagamento degli emolumenti e contributi effettuati solo grazie ai soci lucchesi (13 per cento del capitale). Dunque entro stanotte dovranno essere reperiti 450mila euro. Come? Le strade sono più di una. Quella maestra ma praticamente impraticabile, è che ogni socio sottoscriva la quota di sua pertinenza, un’ipotesi impossibile per Coam che, come riportato dal verbale di dicembre, «dovrà in ogni caso essere sottoposta alla previa autorizzazione da parte del Tribunale, e dovrà essere adeguatamente motivata in relazione alla relativa urgenza e utilità».

Su Coam, come noto, c’è una richiesta di fallimento della Procura di Firenze a cui i legali dell’azienda hanno risposto proponendo un concordato preventivo. Un suo versamento appare da non prendere in considerazione, come pure molto ma molto improbabile è quello di Bacci, che nei giorni scorsi non ha tirato fuori un centesimo nemmeno per il pagamento della trasferta di Alessandria. Se, come sembra, Coam e Bacci non sottoscriveranno, pagando quanto di competenza (ovvero la percentuale dei 450mila euro di loro spettanza), chiuderebbero, ingloriosamente, la loro presenza nella Lucchese, sempre che non cedano in fretta e furia, da qui a domani, le loro quote, e la palla passerebbe a altri soggetti.

Resterebbero due opzioni per evitare la liquidazione. Che i soci lucchesi, nella email con cui accetteranno di sottoscrivere e indicheranno il versamento, si rendano genericamente disponibili a coprire la parte restante non sottoscritta. Oppure che sempre entro domani sera, terzi soggetti manifestino interesse ufficalmente. In questi due casi, per il pagamento vero e proprio ci sarebbero poi altri 30 giorni. E dunque si arriverebbe a fine febbraio. Qualora nessuno se ne facesse carico entro domani, o non effettuasse i pagamenti ulteriori, sarebbe inevitabile la liquidazione volontaria, per la quale è già stato individuato il commercialista Matteo Benigni, che diverrebbe il legale rappresentante della società e avrebbe tra i suoi compiti quello di cedere l’azienda o rami di essa. Se nemmeno questo tentativo dovesse andare in porto nei prossimi mesi, la fine sarebbe cosa praticamente fatta. La Pantera, con i suoi 112 anni di storia, e i suoi tifosi, giustamente preoccupati, attendono di sapere cosa riserverà il futuro.