Pd: primarie stop e pressing su Mori. L’assessore rinuncia alla candidatura

Accordo tra renziani e orlandiani su Manfredini nome unico per il sindaco. L'esito dell'assemblea comunale notturna dopo una giornata di incontri e frenetici contatti telefonici

Corrado Mori ha gettato la spugna

Corrado Mori ha gettato la spugna

La Spezia,  21 marzo 2017 - UNITA’ a tutti i costi, no alle primarie. Questa la linea maturata ieri nel Pd, poche ore prima dell’inizio dell’assemblea notturna dell’unione comunale chiamata a decidere, una volta per tutte, la linea del partito (e della coalizione) per la scelta del candidato sindaco. A smuovere le acque, già nel pomeriggio, è stata la notizia del “pressing” sul’assessore ai lavori pubblici Corrado Mori, al quale l’area renziana di cui fa parte ha chiesto il classico “passo indietro”. In pratica, di rirare la sua candidatura alle primarie. Una richiesta esplicita, pressante, motivata con l’accordo con l’area orlandiana sul nome unico “condiviso” senza primarie. Quello di Paolo Manfredini, socialista, attuale presidente del consiglio comunale. Una richiesta, quella fatta all’assessore, difficile da rigettare ma anche difficile da “digerire”: tant’è che Mori non ha partecipato alla riunione dell’area renziana di ieri alle 18. Né all’assemblea comunale delle 21.

MENTRE scriviamo, l’assemblea comunale è iniziata. Incassata la “rinuncia” di Mori, la segretaria provinciale Federica Pecunia si è presentata con la proposta alla quale la capogruppo regionale Raffaella Paita (presente all’assemblea) ha lavorato nelle ultime settimane insieme all’antagonista (in termini di geometrie politiche interne al Pd) Andrea Orlando: niente primarie, il candidato del Pd e della coalizione è Manfredini. A norma di Statuto nazionale, le primarie vanno fatte a meno che il segretario metta ai voti la proposta di evitarle e questa passi con il sostegno dei 3/5 dell’unione comunale, corrispondenti, per Spezia, a 68 dei 114 membri. A questo punto i numeri ci sono, eccome: dopo l’intervento di Pecunia, in assemblea Veschi e Basile, per l’area orlandiana, hanno confermato la volontà di convergere su Manfredini candidato unitario. E l’area Dem dell’europarlamentare Brando Benifei farà lo stesso. Tutti allineati e coperti.

IERI Mori non era raggiungibile al telefono. Era stato lui stesso, a inizio novembre, con una intervista al nostro quotidiano, a scoprire le carte: «Mi candido alle primarie del Pd – aveva dichiarato –. I nomi non devono gocciolare dall’alto ma gorgogliare dal basso». E nelle ultime settimane, con determinazione, aveva più volte confermato la sua linea. Ma qualcosa ieri è cambiato. Altro che “gocce”, un diluvio. Dopo un assillante tira e molla di mesi, Orlando e Paita hanno dettato la linea. E per Mori non c’era spazio. Alla fine – a meno di sorprese nella notte – la spunta Manfredini, a dispetto della “doccia gelata” di tre giorni fa, quando il segretario del ministro, Matteo Bianchi, aveva scritto su Facebook un messaggio lapidario: «L’individuazione del candidato a sindaco della città è in corso (...). Altre ricostruzioni sono puramente strumentali. Stupisce, e non si spiega perché, una persona del valore di Paolo Manfredini si presti a questo gioco».

VIA DAL TAVOLO Mori, quindi, e con lui le primarie. Su cui invece puntavano – almeno a parole – anche esponenti dell’area Dem del Pd. Tanto da spingere l’oncologo Franco Vaira, pur se da indipendente, ad annunciare, tramite “La Nazione”, la decisione di candidarsi. Con tanto di elogi: «Ho sempre ritenuto – aveva dichiarato Vaira – che le primarie aperte a tutti gli elettori del centro sinistra siano uno strumento importante di democrazia che fa onore al Pd». Ma il Pd spezzino, di questo onore, sembra deciso a farne a meno. E anche Vaira appare, da ieri sera, bellamente scaricato.