Militare litiga con la fidanzata, trasferito tra il personale civile. Poi vince al Tar

Era stato giudicato non idoneo al servizio. Ma ha vinto il ricorso

Tribunale

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La Spezia, 4 marzo 2018 - Prima giudicato inidoneo al servizio militare dopo una lite con la fidanzata, poi reintegrato dal Tar della Liguria. Era stato un violento diverbio tra un militare e la fidanzata, nel 2015, a far scattare la decisione della Commissione medica ospedaliera della Spezia. Dopo la segnalazione del brutto episodio da parte della donna, infatti, erano partiti i controlli di rito: in una prima visita di accertamento era stato dato l’ok alla prosecuzione del servizio, ma alcuni esami successivi avevano certificato nel militare elementi di "fragilità personologica in pregresse occasionali propensioni voluttuarie (alcool)".

Nell’agosto 2016, in più, il Dipartimento militare di medicina legale della Spezia aveva evidenziato "tendenze aggressive che il militare cerca di reprimere e controllare". Da qui il giudizio di non idoneità alla prosecuzione del servizio, tanto che in seguito il militare, nel settembre 2017, sarebbe stato trasferito tra il personale civile del ministero della Difesa e poi assegnato alla base di Sanremo.

Ma l'uomo, assistito dall’avvocato Pietro Piciocchi, non si era dato per vinto e aveva impugnato i provvedimenti, presentando ricorso al Tar. Una successiva visita psichiatrica al dipartimento di salute mentale di Genova, infatti, aveva escluso nel militare "disturbi psicopatologici manifesti", alterazioni della capacità cognitiva e "disturbi di personalità".

Un duello in punta di diritto tra il militare e il ministero della Difesa, terminato pochi giorni fa con la sentenza del Tar della Liguria, che ha ribaltato completamente il quadro, accogliendo il ricorso e annullando tutti i provvedimenti precedenti, giudicati illegittimi. Il Tar, nel dettaglio, ha sottolineato come la valutazione di non idoneità non derivasse dall’accertamento "di un ben definito quadro psico-patologico" del militare.

Nell’uomo, in altre parole, non sono stati riconosciuti precisi (e gravi) disturbi psichiatrici che gli impediscano di continuare a svolgere il servizio. È ben difficile, fanno poi notare i magistrati del tribunale amministrativo, che il profilo del militare, "già valutato positivamente in sede di reclutamento, possa aver subito una così radicale modificazione nell’arco di pochi anni". In più, fanno notare dal Tar, per stabilire l’inidoneità al servizio non era stata presa in considerazione la visita psichiatrica all’Asl 3 di Genova, che aveva escluso gravi disturbi nell’uomo. Un fatto che rende automaticamente illegittimi i provvedimenti impugnati dal militare.

Gabriele Cocchi