Omicidio Ballerini, nuova perizia Il pm: "C’è stata premeditazione"

Si avvicina la data del processo di appello: è fissata per la fine di novembre / LE IMMAGINI DEL DELITTO / LA CONFESSIONE DELL'EX MARITO / STRANGOLATA A CASA DELL'EX MARITO / L'EX MARITO CONFESSA / UCCISE L'EX MOGLIE MA GLI SPETTA LA SUA PENSIONE

Beatrice Ballerini,  uccisa  nel dicembre del 2012 (Fotocronache Germogli)

Beatrice Ballerini, uccisa nel dicembre del 2012 (Fotocronache Germogli)

Campi Bisenzio, 25 ottobre 2014 - LA DATA del processo di appello per l’omicidio di Beatrice Ballerini si avvicina. E’ fissata per la fine di novembre, a poco più di un anno dalla sentenza di condanna a diciotto anni di carcere, pronunciata, in sede di abbreviato, dal giudice per le udienze preliminari Alessandro Buzzegoli nei confronti dell’ex marito della giovane donna, reo confesso, l’ex imprenditore di Monsummano Massimo Parlant, 45 anni. E’ una data in cui confluiranno aspetti importanti che riguardano entrambe le parti del procedimento. La principale novità viene dagli avvocati di parte civile. «Con tutta probabilità – ci ha confermato ieri l’avvocato Filippo Viggiano del foro fiorentino – chiederemo un supplemento istruttorio, perchè ci sono punti da valutare e chiederemo accertamenti di natura peritale».

MA NEL PROCESSO d’appello sarà discusso anche il ricorso del pubblico ministero Claudio Curreli, che ha diretto le indagini dei carabinieri su questa tragedia, che è stato trasmesso alla corte fiorentina dalla Corte di Cassazione e quindi, di fatto, convertito in appello. Come si ricorderà il pm aveva contestato a Parlanti la premeditazione dell’omicidio della ex moglie, aggravante invece non riconosciuta dal gup. Per la pubblica accusa non si sarebbe trattato cioè di un delitto d’impeto, ma di un’azione preordinata da parte del Parlanti che quel giorno, il 13 dicembre del 2012, avrebbe attirato Beatrice in una trappola, chiedendole di incontrarsi nella ex casa coniugale, la villa della Nievole, per la restituzione di alcuni oggetti. A quell’incontro fissato per il primo pomeriggio, Beatrice, che aveva 42 anni e lavorava in banca, a Prato, e che da quando si era separata viveva con i genitori e i due bambini a Campi Bisenzio, andò tranquilla, tanto che per quella stessa sera aveva fissato la cena per gli auguri di Natale con i colleghi di lavoro, in Valdinievole. Una cena a cui Beatrice non partecipò mai. Dopo una breve e improvvisa discussione, così raccontò Parlanti nella confessione resa ai carabinieri quattro giorni dopo l’omicidio, Beatrice fu massacrata di botte, strangolata con il suo stesso foulard e uccisa. Parlanti, è difeso dagli avvocati Enrico Zurli e Luca Bisori del foro fiorentino.

LO STATO degli atti, riguardo ai loro motivi d’appello, è lo stesso già preannunciato. Chiedono, in punto di diritto, il riconoscimento delle attenuanti generiche e una diversa valorizzazione della confessione del loro assistito: «E’ stata vista come initile e tardiva – spiegarono i due penalisti fiorentini – senza considerare i tempi fisiologici. Una confessione non inutile per l’accusa, poichè Parlanti ha confessato, e chiarito, fatti non smentiti sia dalla ricostruzione del medico legale che degli inquirenti in un momento in cui c’erano ancora indizi da approfondire».

 

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