La scuola: mostra vietata ai bambini, "Quei crocifissi urtano i non cattolici"

Istituto elementare annulla la gita a "Bellezza Divina". Vota il sondaggio: cosa ne pensi? L'imam: "io andrò a visitarla". Ma il rabbino... -VIDEO / "I NUOVI BARBARI", Il commento del direttore de La Nazione

La mostra "Divina Bellezza" vietata ai bambini

La mostra "Divina Bellezza" vietata ai bambini

Firenze, 12 novembre 2015 - Meglio ignorare, nel senso di non sapere, piuttosto che incappare nel rischio di turbare «la sensibilità delle famiglie non cattoliche». Se a chiudere la contesa sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche ha pensato la Corte di Cassazione, ora la diatriba sembra riproporsi, ancor più pericolosamente, sulla carne viva della scuola italiana: la didattica. È successo a Firenze, alla scuola elementare Matteotti, importante presidio alle porte del centro. Il consiglio interclasse del 9 novembre scorso ha deciso di annullare, per tutte le terze elementari della scuola, la già programmata visita alla mostra «Bellezza Divina» in corso a Palazzo Strozzi.

Motivazione: usata per cancellare dalla vista le opere di Van Gogh, Chagall, Fontana, ma anche Picasso, Matisse e Munch: «Per venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche visto il tema religioso della mostra».

IL SONDAGGIO: GIUSTO ANNULLARE LA VISITA ALLA MOSTRA?

Due righe, nero su bianco, prese dal verbale della riunione redatto da un rappresentante di classe e distribuito a tutti i genitori. Parole che hanno letteralmente scioccato la stragrande maggioranza di padri e madri. «Ma come – si sono chiesti nell’immediato tam tam che si è scatenato dopo la comunicazione – vuol dire che d’ora in poi i nostri figli non potranno più studiare storia dell’arte, in gran parte basata proprio sull’arte sacra». E ancora: «È pazzesco! – scrive un altro genitore – Noi stiamo a Firenze! Vedremo quindi negate ai nostri bambini le gite in Santa Croce, in Duomo, le visite agli Uffizi perché ci sono figure sacre? Annulliamo le lezioni di storia dell’arte (quella italiana è tutta basata sul cristianesimo) perché si rischia di offendere qualche piccola anima? Questi ragazzi cresceranno senza poter studiare Dante Alighieri e la Divina Commedia? Queste sono le basi della nostra cultura, non è solo un problema religioso».

Obiezioni più che legittime girate al preside dell’Istituto, Alessandro Bussotti: «Non ero presente a quella riunione » mette subito le mani avanti. Poi, comprensibilmente imbarazzato, aggiunge: «L’eventuale esclusione della visita non ha motivazioni religiose e non è escluso che la mostra possa essere reinserita nei programmi didattici se non di tutte, almeno di alcune classi». Presenza o no del preside alla famosa riunione interclasse il problema era dunque noto e in parte già affrontato visto che, altre voci riferiscono, il consiglio dato alle insegnanti era stato quello di effettuare comunque la visita lasciando ai genitori la libertà di far partecipare o no i loro figli».

Scappatoia di basso profilo se è vero che la scuola, anche in terza elementare, dovrebbe avere come fine primario quello di aprire le menti di tutti gli studenti alla conoscenza. Superando chiusure e resistenze di ogni genere. In compenso gli alunni delle terze elementari della Matteotti hanno la certezza di poter visitare il Museo del Novecento. Sperando che, nel frattempo, anche le opere lì esposte non finiscano all’indice di altri genitori.

Sulla questione è intrvenuto via Facebook anche il sindaco Dario Nardella, che ha definito la scelta "insensata":

 

Se è vero che, come scrive oggi La Nazione, una scuola fiorentina ha annullato la visita degli alunni ad una delle più...

Posted by Dario Nardella on Giovedì 12 novembre 2015

"Anacronistico non portare bambini ad una mostra perché ci sono crocifissi: è fuori dal mondo e dalla realtà". Così il sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi (Ncd). "Come ci ha ricordato Papa Francesco, il cristianesimo è parte della realtà - ha aggiunto Toccafondi - I simboli cristiani sono la nostra realtà, presente e passata. Non ci dobbiamo vergognare della nostra cultura e della nostra tradizione. Per di più, se si vuole essere coerenti con una decisione del genere, a Firenze bisognerebbe uscire di casa con il paraocchi...", ha sorriso. Toccafondi ha spiegato che il suo vuole essere "un appello al buonsenso e alla ragionevolezza. Si sbaglia - ha detto - con un laicismo esasperato, a pensare che un bambino di fede diversa da quella cristiana possa vedere nel crocifisso un qualcosa di negativo. Spesso cose di questo genere accadono per il retaggio ideologico di qualche professore: ma siamo nel 2015, è cambiato il mondo ed è opportuno che cambi anche questa mentalità".

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