Morte di Veronica al Forte Belvedere: il sindaco non garantì la sicurezza

È quanto si legge nelle motivazione della Corte di Cassazione che nel gennaio scorso ha confermato la condanna di Leonardo Domenici a un anno e sei mesi per omicidio colposo

L’ex sindaco Leonardo Domenici

L’ex sindaco Leonardo Domenici

Firenze, 21 maggio 2016  - Morte di Veronica Locatelli, caduta da un bastione a Forte Blevedere nel 2008: l'allora sindaco di Firenze Leonardo Domenici doveva mettere in essere atti idonei a garantire la sicurezza degli utenti del Forte Belvedere e lo stesso doveva fare Susanna Bianchi, responsabile della cooperativa Archelogia che aveva in gestione il Forte.  

È quanto si legge nelle motivazione della Corte di Cassazione che nel gennaio scorso ha confermato la condanna dell'ex sindaco di Firenze a un anno e sei mesi di reclusione (un anno e mezzo per Bianchi e Giuseppe Gherpelli, allora direttore dell'ufficio Cultura di Palazzo Vecchio. I tre erano accusati di omicidio colposo. La Corte che ha escluso, come già avevano fatto anche i giudici dell'appello nel febbraio 2015, manovre imprudenti da parte della ventisettenne, nelle motivazioni sottolinea come Domenici e gli altri due imputati, dovevano tener presenti i rischi del Forte che non potevano essere loro «ignoti» considerato che prima della morte di Veronica Locatelli un analogo incidente «era occorso ad un altro visitatore del Forte, Luca Raso, precipitato il 3 settembre 2006. Inoltre - scrivono ancora i giudici della Corte - vi erano state due segnalazioni di cani caduti nel vuoto al Forte». «Domenici nonostante fosse consapevole delle pericolosità del Forte omise di attivarsi esercitando i suoi poteri di vigilanza e di sostituzione per la eliminazione dei pericoli», conclude la Cassazione. 

 

 

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