L'arte di Fabre abbraccia Firenze / VIDEO

Settanta sculture al Forte Belvedere, che torna gratis - aperto a tutti su decisione del consiglio comunale - e resterà tale anche dopo la partenza delle sculture di Fabre

Fabre espone al Forte Belvedere (foto Marco Mori/New Pressphoto)

Fabre espone al Forte Belvedere (foto Marco Mori/New Pressphoto)

Firenze, 12 maggio 2016 -  In Piazza Signoria c’è un signore luminoso nel suo bronzo dorato, che cerca di misurare le nuvole. Mentre sul podio del Forte Belvedere, un altro misterioso guardiano dello spirito nei panni di direttore d’orchestra, dirige le stelle con la sua esile bacchetta. E ancora una sorta di acrobata-ballerino, che danza con una croce in equilibrio sulla punta delle dita, accanto a un enorme scarabeo con un bastone da passeggio sul dorso. Su tutto Firenze, col suo profilo migliore affacciato sull’Arno.  Ogni artista che sbarca su questi bastioni deve fare i conti con una prospettiva che scompagina le proporzioni e i riferimenti. E inventarsi quindi qualcosa che leghi le sue opere ai tanti significati di quel luogo, di quella città, di quella storia.

FOTOGALLERY: LE OPERE ESPOSTE

Jan Fabre, artista belga che ha già invaso il centro città con la sua tartaruga gigante, conquista ora il Forte Belvedere con settanta sculture di altrettanto impatto, molte in bronzo e altre in cera, a cui si affiancano una serie di film incentrati su alcune sue storiche performance. In questa sfida, l’artista belga allaccia un dialogo con questo palcoscenico e con i grandi scultori del Rinascimento lavorando sulla doppia dimensione umana, antropologica e spirituale, continuamente impegnata in una conflittuale ricerca d’equilibro interiore.

Da domani fino al 2 ottobre, ecco allora i suoi autoritratti antropomorfi – dove la parte più seducente è quella animale delle corna e degli orecchi, delle zanne –, sfidare uno accanto all’altro il panorama delle colline di Fiesole e la silhouette della cupola del Brunelleschi. Oppure l’inquietudine dell’Uomo che piange e ride; e l’amletico sguardo dell’Uomo che si dà fuoco. E ancora gli scarabei, regali e al tempo stesso fragili, a simboleggiare il passaggio tra la dimensione terrena e la vita eterna.

"Spiritual Guards" è il titolo che lega l’allestimento curato da Melania Rossi e Joanna De Vos, insieme al direttore artistico del progetto Sergio Risaliti, a suggerire una tensione "a vivere una vita eroica, sia bellicosa che disarmata a difesa dell’immaginazione e della bellezza, a intraprendere un viaggio all’interno delle proprie paure e dei propri slanci". Non a caso lo stesso Fabre si definisce un cavaliere della disperazione e guerriero della bellezza, "dispiegando nel luogo più alto di Firenze il suo esercito vestito di armature lucenti e cangianti". 

Artista totale, nato ad Anversa nel 1958, Fabre sprigiona la sua immaginazione nei diversi linguaggi della scultura, del disegno e dell’installazione, della performance e del teatro. E nelle tre sedi di quello che è però un unico percorso espositivo (Palazzo Vecchio, Piazza Signoria, Forte Belvedere) presenta un corpus di opere che vanno dal 1978 al 2016. In alcuni casi si tratta di sculture riadattate e ripensate per il nuovo contesto, in altri  di opere create appositamente, site specific, per l’abbraccio fra il suo mondo visionario e fiammingo con le equilibrate e rinascimentali forme fiorentine.

"Viva l’arte, viva l’arte, viva l’arte, viva l’arte". Emozionato e felice, Jan Fabre condensa così il suo abbraccio a Firenze, di fronte alle sue settanta sculture che dal Forte Belvedere sembrano ammirare e discutere silenziosamente con la città. Il sindaco Dario Nardella gli ha appena consegnato le "Chiavi della città", e idealmente Jabre sa subito cosa farne: "Mi piacerebbe utilizzare le chiavi che mi hanno appena dato per entrare agli Uffizi e andare a studiare tanta magnifica pittura e principalmente i dipinti di Caravaggio".

La mostra dell’artista belga, presentata ieri al Forte Belvedere e promossa dall’amministrazione comunale, riporta la città a centro del panorama internazionale. Dopo Giuseppe Penone e Antony Gormley, adesso un altro protagonista dell’arte contemporanea che fino ad ottobre sarà visibile ad ingresso gratuito. "Firenze è sempre stata grande quando ha rotto lo status quo, quando ha aggiunto e non tolto qualcosa – ha detto il sindaco Nardella –. Invitando interpreti viventi dell’arte contemporanea noi rinnoviamo questa vocazione. La nostra è una città contemporanea, dove l’arte continua a interrogare e coinvolgere. Firenze è una città senza tempo che abbraccia tutti i tempi".

Come già con Gormley, il Forte Belvedere torna gratis, aperto a tutti su decisione del consiglio comunale, e resterà tale anche dopo la partenza delle sculture di Fabre. "Stiamo perfezionando questo spazio culturale – ha aggiunto Sergio Risaliti, il direttore artistico del progetto – che presto diventerà una vera istituzione culturale. Nel frattempo possiamo dire di aver già inaugurato una sorta di percorso del principe, che da Piazza Signoria entra in Palazzo Vecchio, percorre il Corridoio Vasariano e poi arriva qui al Forte Belvedere. Con Jan Fabre ci siamo lasciati ospitare da questa città, che ancora una volta è diventata un grande laboratorio per l’arte contemporanea".

Ogni domenica, a partire dal 15 maggio fino alla chiusura della mostra il 2 ottobre, sarà possibile prendere parte a visite guidata gratuite all’esposizione di Forte Belvedere, cui si intrecceranno alcuni cenni alla storia della fortezza medicea. Orari: 10.30, 11.30 e 12.30 (prenotazione obbligatoria a [email protected]). Con il biglietto gratuito della mostra si potrà visitare il Museo del Novecento e il Museo Stefano Bardini a prezzo ridotto. 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro