Malati curati col metodo Di Bella. Un medico di Careggi lo utilizza

Va a domicilio al di fuori della sua attività nell'ospedale fiorentino

Il medico fisiologo Luigi Di Bella

Il medico fisiologo Luigi Di Bella

Firenze, 6 agosto 2017 - SEMBRA una bufala d’agosto. Una di quelle notizie inventate che fanno il giro del web, andata e ritorno, per il gusto di togliere lo scettro al caldo africano. Invece succede. Succede davvero: c’è ancora chi, tra i dottori iscritti all’ordine dei medici, pure nel pieno della maturità della carriera professionale, usa il metodo Di Bella. Non promettendo miracoli ma in alcuni casi guarigioni, un miglioramento progressivo delle condizioni, soprattutto per chi ha patito gli effetti collaterali della chemioterapia e in generose percentuali l’allungamento della vita. Anche per i pazienti terminali. Corpi consumati da un male che, grazie all’avanzamento della ricerca in medicina, non è più una condanna a morte in un gran numero di casi. Ma il gran numero non è la totalità. E quando si arriva all’ultimo stadio della malattia, la tentazione di non rassegnarsi da parte dei familiari e dei pazienti arriva sino alla ricerca di cure alternative, anche illusorie. Qualcosa pur che sia. Anche se la comunità scientifica non lo riconosce. Anche se la medicina non lo approva. Il medico di Careggi che a Firenze applica la multiterapia Di Bella ormai da più di diciotto anni, crede agli effetti positivi - o perlomeno così sostiene, anzi sperando che venga riconosciuta “dopo uno studio scientifico serio”.

SEGUE e affida i suoi pazienti alla terapia alternativa per il trattamento dei tumori, presentata ufficialmente dal medico fisiologo Luigi Di Bella nel 1977 dopo averla sperimentata in varie composizioni per oltre un decennio con un mix di farmaci a base di ormoni e vitamine, con la somatostatina principio attivo. Il clamore mediatico suscitato dal metodo alla fine degli anni Novanta e la richiesta di un gran numero di pazienti di poter accedere alla cura, fa partire una sperimentazione voluta dal ministero della Salute: siamo nel 1999. E al termine dello studio viene sancita la sostanziale “inattività” della terapia, cioè l’inefficacia terapeutica del metodo. Una bocciatura cui se ne somma una nuova nel 2005: in una lettera il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Mario Condorelli sconsiglia all’allora ministro della Salute Francesco Storace una nuova sperimentazione della multiterapia, visto che il gruppo di lavoro del consiglio ritiene di non avere elementi che ne dimostrino l’efficacia. E allora cosa succede? Che il metodo Di Bella comincia a prendere vie alternative. Non si muove seguendo i canali ufficiali della medicina. A Firenze succede che il medico di Careggi che crede nella Di Bella, un dottore anche molto noto in città, si può rintracciare, chiedendo informazioni, con il passaparola. Sarà l’unico? Non sembra, almeno stando alla parola di chi è passato da quel vicolo stretto e buio dove la speranza si perde.

UNA delle pazienti fiorentine del dottore ha voluto raccontare la sua esperienza. Per aprire gli occhi agli altri. Perché venga fatta chiarezza. Perché la medicina dica onestamente se il metodo può aiutare o no chi affronta il momento più difficile della sua vita. “Purtroppo siamo tornati a un pieno Medioevo: la società non riconosce più la validità della scienza, non ha più fiducia nei medici e questo in buona parte per colpa della categoria e anche della politica. Si preferisce affidarsi a metodi alternativi, purtroppo con le disastrose conseguenze cui stiamo assistendo, causando danni seri alla salute della collettività”, dice con l’amarezza profonda di chi vede la scienza messa al bando, il professor Francesco Di Costanzo, direttore della struttura complessa di Oncologia medica di dell’azienda ospedialiero universitaria di Careggi. Lui non solo boccia la terapia mai validata dalla scienza ma bolla come truffatore chi la somministra anche in fase terminale “già che le terapie palliative, senza alcun costo per il paziente, hanno la stessa efficacia e validità”.

COME si comporta il medico fiorentino? Va a domicilio, se necessario. Fa un’iniezione al mese, prelevando mille euro dai portafogli dei pazienti o dei loro parenti che pur di vederli star meglio venderebbero anche la casa. Anche in mezzo a mille difficoltà economiche, pagano. Mille euro per un cocktail fatto preparare da una farmacia pratese.

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