Dalla strade alle case. Ora le lucciole usano Escortbook

Meno presenze in strada, 2mila le offerte on line

Il fenomeno della prostituzione invade il web

Il fenomeno della prostituzione invade il web

Firenze, 11 ottobre 2017 - La differenza? È quella che c’è fra una bettola di periferia e il lounge bar di un hotel stellato. In tutti e due si entra per bere ma non è esattamente la stessa cosa. Nove volte su dieci il mantra ripetuto nei forum dai «punter» fiorentini, i bazzicatori del sesso da strada, casca lì, sulla metafora del drink. Usata per spiegare l’abisso di piacere e contanti che divide il mondo delle delle loft-girl, le lucciole 2.0 che battono in casa grazie al web, da quello delle prostitute da marciapiede. Le ultime finite nel mirino del diktat Nardella con cui i clienti che le abbordano si incollano una denuncia penale e una maxi multa. 

A surfare su quel mare di rischi ci pensano le reginette degli appartamenti. Adesso sulla cresta dell’onda e anche in versione low-cost. Per censirle basta spiarle dal buco della serratura: sul web quelle «recensite» in riva d’Arno su punterforum.com, escortbook o escortadvisor, tre portali in stile Tripadvisor dedicati all’amore mercenario, sfiorano quota 2mila. In pratica una ogni 200 abitanti. Molte, ormai, si sono spostate ma la scia di recensioni è un’orma del loro passaggio in città. Un testa a testa con le cifre registrate dai volontari delle unità di strada di associazioni come Cat e Papa Giovanni XXIII che nei primi 6 mesi del 2017 hanno censito almeno 600 donne, stavolta in vendita sui marciapiedi. Segnali da un mercato in migrazione verso le quattro mura dove brillano le lucciole di lusso. La mappa delle recensioni sui portali web parla chiaro. La Las Vegas dei sensi è sdraiata fra Rifredi e Novoli dove si contano almeno 500 giudizi lasciati dai clienti nelle alcove ritagliate in viale Redi, via Baracca, via delle Panche e viale XI Agosto. Il primo effetto della caccia al cliente di strada si registra in questa città nascosta che macina incassi in silenzio. 

La logica da marciapiede si rovescia con le giovani russe e moldave, di solito gettonatissime in strada, che, in casa chiedono «solo» dai 70 ai 150 euro. Low-cost in piena regola rispetto ai 700 o 1000 euro che valgono 4 ore di passione con una loft-girl, italiana e under 25. Tutto, al netto degli extra, gli optional offerti ai clienti che, negli annunci, sono pubblicizzati con un vocabolario da rapporto del Kgb. Se la ragazza è «incall» il cliente la dovrà andare a trovare, se è «outcall» andrà lei. Invece se è «loft», lui entrerà in hotel pagando anche la stanza. Dietro le sigle si trincera l’identikit delle squillo: «hg» se esperta, «pse» se ha un passato da pornostar, oppure «balloons» se ha il seno rifatto e «cabrio» se permette il rapporto senza precauzioni. Ma anche «velina» se è snella e bionda. Il tariffario si impenna alle Cure e in centro dove le italiane aumentano. Fra viale dei Mille, via dei Neri e anche via dei Servi gli annunci e le recensioni dei clienti sono una sessantina. Nella lista anche piazza Beccaria, piazza della Libertà e Coverciano. Ma il servizio ha costi d’oro: dai 200 euro in su per mezz’ora. Non tutto finisce fra le lenzuola. Le italiane offrono anche compagnia per serate mondane, ma la tariffa resta top-secret. Come il loro volto, in pratica sempre nascosto negli annunci, al contrario delle colleghe straniere. Forse l’ultimo velo di privacy che non permettono di squarciare a nessuno. Magari per nascondere al compagno, alla famiglia, ai colleghi quel secondo lavoro a luci rosse. Senza scomodare Garcia Marquez per spiegargli che il cuore ha più stanze di un bordello.

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