Attentato a Londra: "Io, fiorentina dentro Westminster, un botto, poi è iniziata la paura"

Alessia Dini, assistente parlamentare, ha vissuto in diretta l’attacco

Alessia Dini, fiorentina,  fa l’assistente parlamentare all’ex sottosegretario inglese per lo Sviluppo, Andrew Mitchell

Alessia Dini, fiorentina, fa l’assistente parlamentare all’ex sottosegretario inglese per lo Sviluppo, Andrew Mitchell

Firenze, 23 marzo 2017 - «Urla improvvise, poi uno schianto». E’ cominciato così, ieri, il pomeriggio di terrore di Westminster. Al lavoro nel complesso che ospita il Parlamento Britannico, nelle ore più dense di paura, c’era Alessia Dini, giovane assistente parlamentare fiorentina laureatasi in Relazioni Internazionali.

Può descrivere come e quando tutto è iniziato?

«Qui erano le 3 del pomeriggio quando, dal nostro ufficio, abbiamo sentito delle grida insolite, seguite da un botto, ma l’ala del palazzo dove lavoriamo non è a ridosso della strada, quindi non siamo immediatamente entrati nel panico».

Quindi che cosa avete fatto?

«Io e un collega ci siamo immediatamente precipitati nell’ufficio del parlamentare che assisto, l’ex Segretario di Stato per lo Sviluppo internazionale Andrew Mitchell, e qui, dalla finestra, abbiamo visto un’auto grigia schiantata contro una cancellata che ci ha fatto pensare a un incidente stradale».

Poi, come si è evoluta la situazione negli attimi successivi?

«A quel punto l’incertezza è diventata ansia perché abbiamo udito degli spari, a quanto sappiamo ora esplosi dalle forze di sicurezza contro un terrorista che ha accoltellato un agente, e ci è stato allora intimato di rientrare».

Quali sensazioni ha provato in un momento di tensione così forte?

«Se devo essere sincera il vero shock è stato vedere persone a terra, in strada, che rischiavano la vita o che, purtroppo, l’avevano già persa. Appena ho potuto, prima che circolasse la notizia, ho avvertito subito la mia famiglia che stavo bene».

Qualcuno, invece, ha finito per farsi prendere dal panico?

«Devo dire che quasi tutti hanno cercato, per quanto possibile, di mantenere la calma ma, come si può facilmente immaginare, qualche episodio di isterismo c’è stato, se una mia ex collega mi ha confessato di essersi, sulle prime, nascosta in un armadio, in preda al terrore».

Siete stati aggiornati costantemente sugli sviluppi o vi hanno tenuto all’oscuro?

«In realtà la situazione ha preso subito una piega piuttosto surreale, visto che noi, barricati all’interno, eravamo in un certo senso tagliati fuori da un evento che accadeva sotto i nostri occhi e ci siamo trovati a guardarci allo specchio, dall’esterno, attraverso le immagini trasmesse dalla Bbc».

Si sentiva nell’aria, nei giorni scorsi, un aumento della tensione, in un luogo tanto sensibile?

«L’allerta è alta da un po’ in tutto il Regno Unito ma questo non attenua lo sgomento di nessuno. Di certo posso dire che proprio questa mattina parlavo con un’amica della mia preoccupazione per la decisione del governo inglese di proibire l’uso dei pc su alcuni voli dal Medio Oriente».

 

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