«Così ho salvato quella ragazza». Hossain, il venditore di rose eroe

È stato l’unico a intervenire per aiutare la giovane livornese aggredita da 25 ragazzi

Hossain Alamgir, il venditore di rose eroe (New Press Photo)

Hossain Alamgir, il venditore di rose eroe (New Press Photo)

Firenze, 18 ottobre 2017 - Come tutte le sere da dodici anni è in piazza della Repubblica con il suo mazzo di rose, gli occhi enormi e da ieri un sorriso in più, quello di Gaia, la ragazza livornese di 25 anni, che sabato sera è stata accerchiata da una ventina di ragazzi italiani. «Mi ha regalato questa foto lei, tre giorni fa, mi ha detto: ‘Tienila, voglio che tu abbia per sempre un ricordo della ragazza che hai salvato’».  E’ il racconto di Hossain Alamgir, 58 anni, che dodici anni fa ha lasciato il Bangladesh e ha scelto Firenze come città per vivere. «Ero in piazza – dice – quando ho visto un gruppo di giovani, evidentemente ubriachi, che avevano accerchiato una ragazza, scherzavano, forse un po’ troppo, lei era parecchio spaventata. Loro parecchio alterati... All’inizio non capivo cosa stesse succedendo, poi ho visto quel viso angelico impaurito e mi sono avvicinato. C’era lei sola e loro, almeno una ventina, tutt’intorno... ».

Lì non ci ha visto più Hossain, si è fatto spazio tra il muro di persone e si è avvicinato a Gaia, con il suo corpo ha cercato di fare da scudo a insulti e apprezzamenti troppo pesanti. «Gli ho detto di lasciarla in pace – prosegue – glielo ho ripetuto più volte, poi l’ho presa per un braccio e l’ho portata via. Lontano da quel gruppo di ragazzi e lontano da quella piazza. Piangeva, un fiume di lacrime. Le ho dato un fazzoletto per asciugarsi ma non si fermava. Era molto scossa, non se l’aspettava... non si aspettava di essere trattata così. Era a Firenze, voleva passare una serata qui, nella nostra città, e invece è stata aggredita. Il problema è che la sera i giovani bevono tanto, e tutte le notti è la solita storia. Io lo vedo coi miei occhi».  Hossain allora ha fatto due passi con Gaia verso San Lorenzo, lì si sono fermati in un locale. «Abbiamo mangiato e bevuto qualcosa, ho aspettato che lei si calmasse. Ha chiamato dei suoi amici per farsi venire a prendere, aveva paura, ho aspettato con lei fino a quando non sono arrivati». Proprio qui, prima si salutarsi, Gaia gli ha lasciato una sua fototessera: «Tienila sempre con te, è il volto della ragazza che hai salvato». «Mi ha stretto la mano ed è andata via». 

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