Nel quartier generale dell’eroina. «Qui ogni mattina tappeti di siringhe»

Gli operatori Alia: è l’Isolotto il rione più a rischio

Siringhe alla Montagnola (New Pressphoto)

Siringhe alla Montagnola (New Pressphoto)

Firenze, 7 novembre 2017 - Una siringa in vena poco dopo le 11 del mattino, davanti ai residenti, alle famiglie e ai bambini. La disperazione di due ragazzini che si tirano su la manica della felpa e si bucano. Sotto il sole, a uno schiocco di dita dal viavai di persone alle prese con la spesa del sabato mattina che si sono ritrovati ad assistere, loro malgrado, a un’iniezione in vena in presa diretta. Un episodio, immortalato da un genitore, che ha inviato la foto alla nostra redazione corredata da un messaggio secco. «Non ne possiamo più, aiutateci» ha scritto. 

E' proprio da qui, dalla scia di aghi usati dai consumatori di eroina che tramite gli operatori di Alia ogni giorno impegnati a rimuovere quelle siringhe, si può ricostruire una mappa dei consumi. Dalla partecipata dei rifiuti spiegano che il numero di aghi da smaltire nella zona dell’Isolotto – negli altri quartieri, fino a oggi, il dato è inferiore- sono aumentati a partire dall’estate. «Era da tanto che non avevamo così tante segnalazioni di presenza di siringhe, da tre all’anno in tutta la città siamo passati negli ultimi mesi a una decina al giorno nel solo quartiere dell’Isolotto» spiega Domenico Scamardella, direttore dei servizi Alia Firenze

I dati del Sert descrivono la portata del fenomeno: nel 2016 gli utenti seguiti dai Servizi per le Dipendenze nella città di Firenze sono stati 1.838, di cui il 7% donne e l’83% maschi. Ben il 72% degli accessi riguarda persone che hanno fatto uso di eroina, il 14% di cocaina. I protagonsti, spesso sono ragazzini come quelli pizzicati all’Isolotto. Persone come tante: jeans e scarpe da tennis, abbastanza curati.

Lui una felpa bianca, lei addirittura una zaino che la dice lunga sulla sua età. Solo il giorno prima, invece, intorno alle 15.30, un uomo si è bucato nei giardini della Montagnola, un fazzoletto di città, nei pressi della scuola di via Giovanni da Montorsoli, frequentata da centinaia di bambini, che si è trasformato in un ricettacolo di balordi, come denunciano i genitori. Firenze si ritrova così a rivivere, in un solo istante, gli anni duri dell’eroina.  La massiccia presenza di siringhe ritrovate, infatti, fa pensare che questo veleno sia tornato prepotentemente di moda. Il fenomeno batte forte anche in altre zone della città.

Però le siringhe «scoperte» dali operatori  sono i giardini della Montagnola, da cui un paio di settimane fa è partito l’sos dei genitori, viale Talenti, il sottopasso del Sansovino e la fermata della tramvia Paolo Uccello che è un po’ la base operativa della compravendita. Proprio l’Isolotto quindi, uno dei quartieri più popolosi e residenziali della città, si ritrova in bocca il sapore amaro di un passato che non vorrebbe più rivivere. Il caso è stato portato anche in consiglio comunale.

«La situazione alla Montagnola è a dir poco intollerabile: spaccio e consumo di droga a tutte le ore del giorno e della notte, episodi di microcriminalità reiterati e siringhe e altri rifiuti abbandonati in un giardino frequentato anche da moltissimi bambini» ha attaccato Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d’Italia. In realtà Palazzo Vecchio e forze dell’ordine sono già a lavoro: l’assessore alla sicurezza Federico Gianassi con il presidente del Quartiere Mirko Dormentoni, i vigili di quartiere e alcuni rappresentanti di polizia di stato e carabinieri hanno fatto nei giorni scorsi un sopralluogo al security point della Montagnola incontrando genitori e bambini. «Siamo a fianco dei cittadini. L’area è presidiata costantemente da carabinieri e polizia di stato – ha spiegato l’assessore Gianassi - Il contrasto allo spaccio e al consumo di droghe sono una sfida difficile ma dobbiamo insistere. Abbiamo già organizzato un sopralluogo con i nostri tecnici per capire se possono essere fatti interventi per rendere l’area meno appartata, più aperta e quindi più vivibile per tutti». 

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