Firenze, falsi cassonetti per gli abiti in beneficenza: cittadini, occhio alla truffa

Si tratta di contenitori abusivi . Le indagini di Quadrifoglio, che hanno segnalato diversi casi

Uno dei cassonetti che raccoglie abiti usati (New Press Photo)

Uno dei cassonetti che raccoglie abiti usati (New Press Photo)

Firenze, 12 marzo 2017 - L'ultimo è spuntato a una manciata di metri dal Palagiustizia. Un raccoglitore giallo crema piazzato gomito a gomito con i cassonetti Quadrifoglio in via Giardino della Bizzarria, nel cuore di Novoli. La sua pancia da 1.800 litri ogni giorno inghiotte gli indumenti usati di decine di persone. Chi ce li infila, lo fa pensando di dare una mano ai più bisognosi.

La realtà è un’altra: una potenziale truffa che offende il buon cuore di tutti i fiorentini. Il cassone non è altro che un gemello quasi identico ai 350 raccoglitori Caritas che solo nel 2016, hanno raccolto nella nostra provincia 1.600 tonnellate di abiti usati, poi destinate dall’associazione pastorale al circuito dell’usato o a progetti per i più bisognosi.

Una copia alla quale, per essere perfetta, manca solo il logo del progetto Ri-Vesti, la convenzione fra Palazzo Vecchio, Quadrifoglio e Caritas che autorizza la coop S.Martino a raccogliere, stoccare e riciclare gli indumenti nell’area ecologica di San Donnino. A mancare all’appello è anche il via libera all’occupazione del suolo pubblico rilasciato dal Comune.

Il verdetto: il raccoglitore è abusivo ed è impossibile conoscere il destino degli abiti che ci finiscono dentro. Anche perché la raccolta di abiti non autorizzata dal Comune è permessa solo in aree private. E da qui a pensare che dietro il sosia si nasconda un business degli stracci parallelo a quello ufficiale, il passo è breve.

Almeno questa è una delle ipotesi degli ispettori ambientali di Quadrifoglio che dal 2011 a oggi hanno segnalato in città almeno 24 raccoglitori abusivi. Una lista già pubblicata quattro anni fa dal nostro giornale. Ma da quel giorno poco è cambiato. Anzi sono spuntate delle new entry. Intanto le mani di chi è in regola restano legate. «Fino a oggi – spiega il direttore della Caritas, Alessandro Martini – abbiamo segnalato la situazione ma il problema è rimasto». Lo stesso mantra recitato da Quadrifoglio: «Più della segnalazione – commentano dall’azienda – noi non possiamo fare».

Se alcuni bidoni sono stati rimossi, molti alti sono al loro posto. Studiato ad arte. Come il bidone tarocco in via Baracchini di fronte alla chiesa di S.Maria Ausiliatrice pronto a incassare gli abiti dei fedeli, in via Galliano davanti all’Esselunga, in via Cosseria oppure in via Boito o in via Galluzzi e in via Andreotti all’Isolotto, piazzato accanto ai cassonetti di Quadrifoglio. L’identikit è lo stesso per tutti: portellone giallo sbiadito, nessun numero di telefono e solo un adesivo con scritto «Grazie per il vostro aiuto».

Un vera esca. Dopo averla piazzata non resta che aspettare: ogni bidone autorizzato infatti a fine anno raccoglie quasi 4 tonnellate di materiale che moltiplicate per i 24 cassonetti-abusivi segnalati dal 2011 fanno un fardello da 256 tonnellate in 12 mesi. Un bottino a disposizione dei furbetti del riciclo o di qualche associazione sconosciuta al Comune.

Ma anche un’emorragia nelle casse Caritas che, tramite la vendita e il riciclo degli abiti usati dal 2013 a oggi ha finanziato la mensa di via Baracca, l’acquisto di macchinari, l’avviamento al lavoro di 20 persone inviate dai servizi sociali e il servizio di accoglienza detenuti. E allora come fare per non sbagliare bidone, cadendo nella trappola? L’unica bussola per orientarsi è il sito della Caritas fiorentina, www.caritasfirenze.it dove si trova la mappa aggiornata dei cassonetti ufficiali. Tutti rigorosamente giallo limone e con il logo del progetto Ri-Vesti stampato sopra.

 

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