Convegno ecclesiale: "Leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell'amore"

La visita del Papa a Firenze si colloca all'interno del quinto appuntamento programmatico della Chiesa cattolica italiana: cinque giorni di dibattiti e incontri tra la Cattedrale e la Fortezza da Basso

L'apertura del Convegno Ecclesiale  (Marco Mori/New Press Photo)

L'apertura del Convegno Ecclesiale (Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 9 novembre 2015 - I riflettori, l'attesa, l'attenzione della città sono tutti per la visita di Papa Francesco a Prato e Firenze (martedì 10 novembre: ecco il programma), ma non bisogna dimenticare che questa non è una visita pastorale, ma una presenza all'interno del quinto"Convegno ecclesiale nazionale" della Chiesa cattolica italiana, una sorta di "stati generali" organizzati dalla Cei (Conferenza episcopale italiana).

Cinque giorni di dibattiti, incontri, eventi culturali, dal 9 al 13 novembre, che vedranno la partecipazione di circa trecento vescovi italiani e di 2mila 200 delegati provenienti dalle diocesi di tutta Italia. 

L'avvio è stato nel pomeriggio, alle 15.30, con la processione dei partecipanti dalle quattro basiliche (Santa Croce, Santa Maria Novella, Santo Spirito, Santissima Annunziata) poi l'ingresso in Duomo e l'apertura ufficiale del Convegno, alle 17, con gli interventi del cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori e del sindaco Dario Nardella, seguiti dalla celebrazione dei vespri e dalla prolusione inaugurare dell'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, presidente del comitato preparatorio. 

Poi, martedì, la grande giornata con la visita del Papa (che parlerà ai delegati all'interno del Duomo) e una volta partito Francesco i lavori si sposteranno alla Fortezza da Basso. I delegati si confronteranno (sulla base di alcune schede preparatorie) sul tema scelto per questo quinto Convegno ecclesiale, ovvero "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo".

"Il quinto Convegno - spiega Nosiglia - affronterà il trapasso culturale e sociale che caratterizza il nostro tempo e che incide sempre più nella mentalità e nel costume delle persone, sradicando a volte principi e valori fondamentali per l’esistenza personale, familiare e sociale". Il presidente del comitato preparatorio sottolinea che "l’atteggiamento che deve ispirare la riflessione è quello a cui richiama quotidianamente papa Francesco: leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell’amore che Gesù ci ha insegnato". Secondo Nosiglia, infatti, solo una Chiesa che si rende vicina alle persone e alla loro vita reale, infatti, pone le condizioni per l’annuncio e la comunicazione della fede".

​Si tratta, come detto, del quinto Convegno ecclesiale nazionale. Il primo è stato su "Evangelizzazione e promozione umana" (Roma 1976); poi quello su "Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini" (Loreto 1985); quindi "Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia" (Palermo 1995) e "Testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo" (Verona 2006).

"Di fatto nel nostro Paese - sottolinea Nosiglia - i cinquant’anni dal Concilio Vaticano II sono stati cadenzati da questi eventi ecclesiali, quasi a rimarcare con anniversari decennali l’eredità conciliare. In questa luce, il tema di ogni Convegno ha incrociato di volta in volta quello degli orientamenti pastorali del decennio entro cui il Convegno stesso si collocava: Evangelizzazione e sacramenti per il primo decennio (gli anni Settanta), quindi Comunione e comunità (gli anni Ottanta), Evangelizzazione e testimonianza della carità (gli anni Novanta), Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia (2000-2010) ed Educare alla vita buona del Vangelo per il decennio in corso".

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