Proteste dopo il rogo nel capannone. 'Alì morto per colpa dello Stato' /FOTO/VIDEO

Una quarantina di profughi, dopo il rogo dell'ex capannone dove alloggiavano, hanno occupato il cortile di Palazzo Strozzi. Il sindaco di Sesto: "Li sistemiamo nel palazzetto dello sport"

Protesta migranti in palazzo Strozzi

Protesta migranti in palazzo Strozzi

Firenze, 12 gennaio 2016 - Dopo il rogo di questa notte all'interno dell'ex mobilificio Aiazzone a Sesto Fiorentino, occupato dal dicembre 2014 da un'ottantina di migranti, dove ha perso la vita Alì Muse, un somalo di 44 anni, alcuni profughi, una cinquantina, hanno protestato davanti alla prefettura, insieme ad alcuni esponenti del Movimento di 'Lotta per la casa'.

Parla un profugo (video)

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"Alì è morto - hanno urlano - per colpa dello Stato". I migranti hanno spinto il portone d'ingresso del palazzo. Sono dunque intervenute le forze dell'ordine che si sono frapposte tra l'ingresso alla prefettura e la folla degli stranieri. È stato così evitato che i manifestanti continuassero a colpire il portone.

Alì, secondo quello che hanno raccontato i sopravvissuti, avrebbe perso la vita perché "rientrato nel mobilificio per cercare di recuperare i documenti, che per lui erano la cosa più importante in quanto cercava di ricongiungersi alla moglie e ai due figli che abitano in Kenya". 

"Abbiamo cercato di trattenerlo, ma è rientrato". Altri, nella sua stessa condizione, "lo hanno seguito. Lui però non ce l'ha fatta". Il racconto è concitato, con la rabbia che si mescola al pensiero di quei momenti drammatici. "C'erano le fiamme, abbiamo chiamato i vigili del fuoco. Abbiamo portato via donne e bambini. Ma poi il fumo ha invaso tutto. Io per portare la gente fuori mi sono sentito male". Fin qui il racconto di una notte indelebile, fino a che un profugo si scaglia contro chi, "negli ultimi due anni ci ha abbandonato. Ci toglievano la luce, l'acqua. Abbiamo chiesto aiuto, un bagno, ma nessuno ha fatto nulla. Oggi qui parlano tutti di noi, ma dove erano prima".

Su alcuni striscioni compare la scritta 'vergogna, vergogna. Vogliamo una casa e una vita dignitosà'. Alcuni migranti si erano quindi distesi a terra per bloccare il traffico. I manifestanti, dopo aver abbandonato la strada dove si trova la prefettura, si sono spostati, a Palazzo Strozzi dove hanno tentato di fare irruzione nella mostra del pittore cinese Ai Weiwei, tuttora in corso.

Protesta in Palazzo Strozzi (foto)

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Gli stranieri  sono riusciti a salire le scale, nonostante il blocco dei funzionari delle forze dell'ordine, ma sono stati fermati quando è stata chiusa la porta di accesso alle sale. L'ingresso alla mostra è ora bloccato e la protesta sta continuando dentro il palazzo. Sulle scale è stato di nuovo srotolato lo striscione con scritto 'Ali Mouse è morto per colpa dello Stato'.

"Non ce ne andiamo da palazzo Strozzi fino a quando non avremo risposte. È incredibile, finora nessuno ha voluto parlare con noi". Così Lorenzo Bargellini, il leader del Movimento lotta per la casa. "Da stamani, sotto la prefettura, ad ora, non siamo riusciti a parlare con nessuno. Né con il prefetto, né con la Regione e neppure con la Città metropolitana. Non dico di trovare una soluzione in pochi minuti, ma qui non c'è neppure un briciolo di trattativa".

La mostra è  stata riaperta. La biglietteria è stata riaperta e i visitatori vengono fatti entrare da un ingresso secondario. I manifestanti restano raggruppati nelle scale d'ingresso, seduti dietro lo striscione su cui è scritta  la frase 'Ali è morto per colpa dello Stato'.

Il direttore della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino ha detto: "L’arte è veicolo di sensibilizzazione e confronto e la mostra di Ai Weiwei a Palazzo Strozzi oggi è diventata luogo per dare voce al dramma dei migranti. I manifestanti hanno visto nella figura dell’artista e nelle opere in mostra un grido per la loro protesta, riconoscendone il grande valore simbolico. Palazzo Strozzi conferma di essere un luogo di dialogo e accoglienza per tutti. Allo stesso tempo dobbiamo garantire l'accesso ai nostri visitatori. Abbiamo allertato le autorità competenti e auspichiamo che la situazione venga risolta nel modo migliore possibile".

Il sindaco di Sesto: i migranti saranno sistemati temporaneamente nel palazzetto dello sport. Intanto, per quanto riguarda la sistemazione degli ottanta migranti  già ospiti del capannone andato in fiamme, il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, ha deciso di sistemarli temporaneamente nel palazzetto dello sporrt "anche in considerazione delle basse temperature".  Falchi lo ha riferito al termine del Cosp, il comitato interistituzionale per l'ordine pubblico riunito in prefettura. Il tavolo di confronto si è aggiornato a sabato mattina, quando i rappresentanti degli enti e dei comuni che vi partecipano porteranno una rosa di proposte concrete, ha aggiunto il sindaco. "È chiaro che le soluzioni dovranno essere condivise" ha puntualizzato Falchi. 

I manifestanti, dopo aver parlato con il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, hanno accettato di essere accolti temporaneamente nel palazzetto dello sport e quindi dovrebbero lasciare a breve palazzo Strozzi, il tempo necessario a permettere l'allestimento della sede temporanea di accoglienza.