ChiantiBanca non balla più da sola: sceglie il Trentino e rinuncia alla Spa / FOTO

San Casciano, sì all’ingresso nella holding coordinata da Ccb

L'assemblea dei soci di ChiantiBanca

L'assemblea dei soci di ChiantiBanca

San Casciano Val di Pesa (Firenze), 19 dicembre 2016 - No alla trasformazione in società per azioni. No al gruppone delle banche cooperative Iccrea-Federcasse. ChiantiBanca sceglie la terza via e si prepara a entrare nella holding coordinata dalla Cassa Centrale Banca del Trentino, con cui condivide già lo stesso sistema informatico, e da cui nascerà il secondo polo degli istituti di credito cooperativi d’Italia. E’ la decisione benedetta ieri dall’assemblea dei soci della banca presieduta da Lorenzo Bini Smaghi, con un plebiscito di 3.822 voti a favore, 2 astenuti e 2 contrari.

Una virata rispetto alla decisione prospettata a giugno scorso, quando per adempiere ai dettami del decreto governativo sul credito cooperativo, ChiantiBanca aveva accarezzato l’idea del way out dalla Iccrea-Federcasse e della successiva metamorfosi in spa. Ma le molte complicazioni incontrate per strada, non ultima la ricerca di investitori, ha indirizzato l’istituto di San Casciano verso un percorso del tutto diverso. «La scelta è stata fatta a fine novembre – ha detto Bini Smaghi – quando è emerso che stava nascendo un altro gruppo. E sono felice che l’assemblea dei soci abbia approvato l’indirizzo».

Tra i motivi che hanno fatto guardare a Nord-Est, la prospettiva dell’holding Trentina di diventare il sesto gruppo creditizio italiano, con requisiti patrimoniali allineati alle banche europee (20% di Cet1 ratio). Inoltre, ChiantiBanca ha la possibilità di diventare la realtà più grande all’interno del raggruppamento e, al momento, l’unica in Toscana.

«Anche questo – ha proseguito il presidente –, oltre alla nascita di un secondo gruppo cooperativo, ha influenzato la scelta di non proseguire sulla strada del way out. Per qualche analista, in realtà, la strada della solitudine non sarebbe stata agevole e avrebbe potuto comportare più di un rischio nel medio-lungo periodo».

Ma non solo. ChiantiBanca viene da una recente a fusione per incorporazione di Banca di Pistoia e Bcc Area Pratese che ha ampliato a dismisura la schiera dei dipendenti: «Probabilmente, restando in Iccrea avremmo dovuto tagliare metà dei nostri sportelli per non entrare in competizione con altre banche cooperative – sostiene Bini Smaghi – e non saremmo riusciti a portare avanti il nostro piano industriale di crescita». Così invece, come spiegato dal direttore generale Andrea Bianchi, «possiamo portare avanti il nostro piano industriale che prevede l’apertura di nuove filiali a Pisa, Arezzo e Livorno». Rispetto alle sofferenze, aumentate dopo le fusioni, Bianchi è fiducioso: «Siamo in linea con la media delle altre banche toscane – ha spiegato – ossia intorno al 21%. Intanto chiudiamo l’anno con 1.000 soci in più e 225 milioni di nuovi depositi, pari al 5,2% d’aumento a fine novembre».

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro