In terrazza sull'orrore: "Abbiamo visto il Tir inseguire e uccidere i bambini per strada"

Marco Landini e Sergio Sassolini testimoni dell’assalto sul lungomare. "In balcone davanti alla strage: poi le urla, la morte, i lenzuoli azzurri, le sirene"

La strage di Nizza

La strage di Nizza

Arezzo, 16 luglio 2016 - Terrazza con vista sull'orrore. L'orrore di un Tir  che avanza su uno dei lungomari più belli del mondo a inseguire e schiacciare uomini, donne e bambini. L'orrore della morte in diretta. L'orrore della paura che prende corpo e corpi andando perfino al di làù della tua più terribile immaginazione.

«La strage in diretta, ho visto persone falciate da un camion....Ci sono 4 persone coperte da lenzuoli bianchi di fronte a me». Marco Landini,, 43 anni di San Giovanni ma residente a Cavriglia, lo scrive su Facebook: e poi te lo racconta punto per punto. Si occupa di impianti elettrici e lavora insieme ad un altro aretino, il falegname di Castelfranco Sergio Sassolini.

Tutti e due giovedì sera a Nizza, di fronte a quel maledetto lungomare sulla Promenade des Anglais. 

«Eravamo a cena in terrazza di amici: una terrazza su quella strada. Abbiamo sentito un gran botto: il camion  andava a tutta velocità nella pista ciclabile lungo la spiaggia". L'ombra bianca di quel Tiir, che come nel film "Duel" ti insegue ovunque: sul lungomare come sulla terrazza.

"Prendeva di mira le panchine dove era seduta la gente e scansava quelle vuote. Abbiamo visto i ragazzi provare a saltare dall’altra parte della ringhiera per scappare in spiaggia: ma rimanere schiacciati". I morti, poio coperti dai lenzuoli.

"Noi eravamo all’inizio della passeggiata. Il camion è entrato nella pista ciclabile dopo 5 minuti dalla fine dei fuochi artificiali e prendeva la mira zigzagando tra la gente, andava a 90 all’ora facendo strane curve". Poi la paura che ti blocca in terrazza.

"Siamo usciti dall’appartamento solo all’1 e mezzo di notte per tornare in albergo, a quel punto la ciclabile era bloccata e le strade ormai deserte». Insieme a Marco anche il collega falegname di Castelfranco Sergio Sassolini. «Abbiamo iniziato a urlare alla gente in strada di fare attenzione". Come se la realtà potesse essere fermata da un urlo, come se il film dell'orrore potesse essere interrotto. "Poi l'incubo di una città devastata". Luci, sirene, rumori, tra la terrazza e il lungmare del'orrore.