
Vittorio Girolami
Viareggio, 3 maggio 2017 - Si innamorò della professione medica da bambino, da quando fu preso in cura da Giuseppe Tabarracci. Neppure la pensione, dopo oltre 50 anni di lavoro – molti dei quali passati fianco a fianco al primario di otorinolaringoiatria, il professor Del Magro – ha allontanato il dottor Vittorio Girolami dai suoi pazienti. C’è stato fino all’ultimo; per un consulto, un consiglio, una parola gentile. La sua casa in via Etruria 18, che prima fu la casa di Tabaracci, è rimasta sempre aperta. Proprio pochi giorni fa ha bussato alla porta il pittore Mario Francesconi, ma le condizioni del dottor Girolami erano troppo compromesse. Ieri si è spento, a ottobre avrebbe compiuto 89 anni. Vissuti per gli altri, senza orari. Sempre reperibile. Lascia la moglie Iana Comelli, che con amore ha assecondato la missione del marito. E due figli, che del padre hanno seguito le orme e l’esempio: Paolo, medico legale; e Silvia, medico internista.
Il dottor Girolami si trasferì, bambino, da Cascina a Viareggio dopo la guerra. Gli studi al liceo classico ‘Carducci’, e negli anni ’50 la brillante laurea in medicina all’università di Pisa. Un seme piantato molti anni prima, come dicevamo, dal medico chirurgo Giuseppe Tabarracci. Un mentore; non solo per l’infinita bravura professionale, fu un mito della chirurgia a cavallo tra le due guerre, ma anche per la sua umanità e la profonda convinzione che la salute fosse un diritto. Non un privilegio di pochi. E così il dottor Vittorio Girolami ha impostato il suo lavoro, prima nelle corsie dell’ospedale che negli anni ’60 fu intitolato a Tabarracci. Poi, proprio quando il nosocomio viareggino fu dismesso e trasferito in quello comprensoriale della Versilia, iniziò a dedicarsi alla libera professione. Accogliendo chiunque avesse bisogno del suo aiuto. I funerali, curati dalle onoranze funebri della Croce Verde, saranno celebrati oggi alle 15.30 nella chiesa di San Paolino.