DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Vitoio colpita per la seconda volta: "Riviviamo l’incubo del 2014". Dieci famiglie prive di beni primari

Rabbia nella frazione. "Un anno fa segnalammo problemi proprio dov’è franato"

Cinzia Mutti con la figlia Chiara nel punto in cui si può solo proseguire a piedi

Cinzia Mutti con la figlia Chiara nel punto in cui si può solo proseguire a piedi

Molti di loro erano gli stessi che a fine gennaio 2014 furono tagliati fuori dal mondo a causa della frana che fece crollare l’accesso alla frazione. Costretti per otto mesi a sopportare disagi di ogni tipo, incluso l’obbligo, per raggiungere casa, di fare a piedi una salita ripidissima trasportando spesso oggetti di prima necessità. Gli abitanti di Vitoio mai avrebbero pensato a undici anni di distanza di ripiombare in quell’incubo e di trascorrere una Pasqua che più amara non si può, circondati da uno scenario apocalittico.

Per raggiungere la frazione collinare si sale da Vallecchia uscendo dalla provinciale e si attraversa la verdeggiante Solaio. Poi si viene proiettati in un altro mondo. L’asfalto passa dal grigio al marrone della terra franata, ai bordi scorrono fiumi di acqua, anche quella marrone, e i tornanti sono pieni di mini smottamenti e crepe. La parola "fine" arriva un chilometro prima del centro abitato: le transenne del Comune impediscono di proseguire a piedi. Bisogna lasciare la macchina dove capita – chi prima arriva, prima posteggia – e rispetto al 2014 non c’è nemmeno il parcheggio all’ex cava, a valle, perché l’area è stata acquistata da un privato. Lo sguardo va oltre le transenne, dov’è stato spazzato via tutto, con la strada franata lato mare e il monte che si è improvvisamente aperto. Attraverso la nuova voragine scende una cascata che prosegue passando sotto la strada, miracolosamente intatta grazie al cemento sottostante, altrimenti l’isolamento sarebbe stato totale. È da lì che i residenti devono passare, a piedi, per qualsiasi necessità, con l’aggravante che non hanno nemmeno l’acqua potabile. "La frana ha rotto un tubo e la cisterna si è svuotata – raccontano Cinzia Mutti e la figlia Chiara Federigi a nome della decina di famiglie che popolano Vitoio – e siccome le autobotti non possono passare, Gaia ci ha detto di utilizzare la fontana pubblica tra via Solaio e via Borgo Biagi, lontanissima dalle nostre case. Il gestore però ci è anche venuto incontro e si è detto disponibile a portare l’acqua fino alle transenne, che sono però a un chilometro dalle nostre case: immaginate come deve essere piacevole trasportare a mano bottiglie piene d’acqua e quant’altro. Non siamo messi bene". E oggi, come detto, ci sarà poco da festeggiare: nessuno rinuncerà al pranzo pasquale, ma far la spesa, lasciare la macchina a valle e portare tutto in casa dopo un chilometro a piedi, passando sotto un monte che si spera non si svegli più, regala sensazioni cupe. "Che il sindaco ci porti un ovetto a tutti – ironizzano Cinzia e Chiara – sperando non ci siano emergenze gravi perché da qui un’ambulanza non riuscirebbe a transitare. Non pensavamo di rivivere questo incubo dopo quello del 2014".

Disagio, ma anche tanta rabbia. Il versante franato, quello che beffardamente regala un panorama mozzafiato vista mare, è lo stesso che gli abitanti avevano segnalato un anno fa al Comune. "C’erano delle crepe che non ci facevano stare tranquilli – concludono – ma l’unica cosa che fecero fu mettere delle ’toppe’ di catrame. Proprio in quel punto è venuta giù la strada insieme a parte del guard rail. Senza contare che ha già ceduto, in parte, la strada già sistemata anni fa dopo la frana del 2014. E come se non bastasse ci hanno detto che c’è sempre il rischio che caschino altre fette di strada e che pertanto dobbiamo passare a piedi con passo svelto.

Daniele Masseglia