GAIA PARRINI
Cronaca

Viareggio, il piano strutturale firmato Boeri. “Un progetto che disegna il domani”

L’architetto ha presentato il lavoro commissionato dal Comune per lo sviluppo strategico del territorio. “Abbiamo studiato l’identità di Viareggio per conoscere le opportunità e i vincoli che la contraddistinguono”

L’architetto Stefano Boeri alla presentazione del Piano Strutturale di Viareggio (foto Umicini)

L’architetto Stefano Boeri alla presentazione del Piano Strutturale di Viareggio (foto Umicini)

Viareggio (Lucca), 24 luglio 2025 – Una città sostenibile, verde e praticabile. Dotata di sistemi e servizi accessibili. Un luogo sicuro, che sa offrire rifugio. Una città del cambiamento, che unisca in sé, in equilibrio, tutte le sue potenzialità. È la Viareggio pensata e osservata dal piano strutturale dell’architetto Stefano Boeri commissionato dal Comune, presentata ieri alla presenza, tra gli altri, del sindaco Giorgio Del Ghingaro e dell’assessore all’urbanistica Federico Pierucci.

Uno studio, quello dell’architetto milanese, sviluppato dopo il percorso partecipativo che ha visto la comunità stessa esprimere bisogni e necessità, che sarà discusso il 30 luglio in consiglio comunale, che, osservando innanzitutto le problematiche della città, come, tra quelle esposte, il consumo del suolo di Viareggio, terza per percentuale in Toscana, i quasi 39 mila movimenti giornalieri per le strade, la dislocazione dei servizi di prossimità, o una mobilità ciclabile frammentata e una copertura di verde che conta un 50 % della superficie comunale, ha individuato, però, le principali e fondamentali caratteristiche e risorse della città, “un magnete con 4 “grandi paesaggi sociali“ che merita un approccio nuovo”.

Come quattro sono state le ecologie che caratterizzano la città, quella della città densa, del mare, della Pineta e della campagna abitata, e per cui il piano strutturale, ha delineato altrettanti indirizzi: riequilibrare la densità urbana attraverso il miglioramento della qualità urbana, aumentare la porosità favorendo le connessione, recuperare le aree e gli edifici degradati aumentando l’attrattività, “tema costoso, difficile, ma entusiasmante di recupero del patrimonio storico”, per l’ecologia della città densa; integrare l’area del porto con la città attraverso la rete dei percorsi di mobilità dolce, connetterla con la Diga Foranea, “offrendo un nuovo immaginario” e potenziare connessioni trasversali per l’accesso al mare; integrare le pinete come ecosistemi con tutte le aree verdi, “perché la biodiversità di queste zone sono fondamentali, e tanto più forti lo sono se connesse”, favorirne l’uso didattico e dare continuità ai corridoi verdi attraverso fasce di tutela; per l’ecologia della campagna abitata sono posti gli obiettivi di recuperare alcune porzioni abbandonate e favorire il rapporto tra agricoltura e sostenibilità, “come con l’agrivoltaico che permette di ridurre il tasso di inquinamento e la copertura del suolo”. Tutto, pensato, per la ”Viareggio di domani” immaginata dallo studio Boeri, “con interconnessioni tra i quartieri, 8 km di assi verdi e sostenibili, 40 km di percorsi ciclopeodonali come percorsi turistici, 38 km di nuove piste ciclabici e 13 di attraversamenti”, afferma l’architetto. Ma anche luoghi pubblici da rinnovare, come 21 parchi attrezzati e un modello di mobilità intermodale attraverso 7 porte urbane, 9 parcheggi di interscambio e 500 nuovi posti auto. Ma il piano favorisce anche la rigenerazione di aree dismesse o sottotutilizzate, individuandone 24 da riattivare, e aree che contribuiscono al potenziamento dell’attrattiva, come un nuovo polo congressuale o la piscina comunale.

Una città che però, al di sotto delle mura della Gamc, dove Boeri ha esposto il piano strutturale, non è vista da alcuni come quella del futuro, ma piuttosto, come afferma Francesca Trasatti, esponente di Potere al Popolo, in protesta di fronte al Palazzo delle Muse con altri rappresentanti del partito, “una città che parla di gentrificazione e accessibilità ed ecosostenibilità, ma che ha un’emergenza abitativa forte e un’asse di penetrazione che porterà cementificazione in pineta, dando vita all’opera più dannosa per la città”.