Abbiamo amato anche l’attesadel debutto, aspettare fin quasi mezzanotte per poter ascoltare la nostra “Rappresentante di lista“. La quota viareggina a Sanremo. Abbiamo amato la potenza e l’orgoglio di quel rosa Schiapparelli, steso sulle labbra e sull’organza dell’abito disegnato dalla Maison Valentino. Abbiamo amato lo sguardo d’intesa, d’incoraggiamento, che Veronica Lucchesi – cresciuta al Campo d’Aviazione, dove vive la sua famiglia – sulle scale più ripide di questo Paese ha lanciato a Dario Mangiaracina, il polistrumentista palermitano con cui nel 2011 ha costruito l’idea di una “Queer pop band“ per abbattere ogni etichetta. Abbiamo amato i guanti da diva lunghi fino al gomito, le zeppe dorate fuori misura. E anche quel dettaglio seminascosto e già diventato un manifesto: la peluria sotto le ascelle (parola bannata in Rai fino agli anni Cinquanta) che Veronica ha scelto di non radere e tingere, anzi, di fucsia. Un gesto di ribellione, la volontà di liberasi da ogni imposizione o stereotipo, la necessità di poter esprimere se stessi. Ma soprattutto abbiamo amato “Amare“. Sin dal primo ascolto. E non solo noi.
"E’ stata un’esperienza incredibile. Non pensavamo che potesse essere così potente- Grazie, non c’è altro da dire", è stato il primo commento di Lrdl appena scesi dal palcoscenico più nazional popolare del Bel Paese. Che Veronica e Dario insieme, e dal 2017 accompagnati dalla band di cui fa parte anche Erika Lucchesi, la sorella di Veronica, hanno attraverso in lungo in largo tra festival indipendenti e club underground.
Il brano sanremese ha già conquistato la critica: "Una ventata d’aria fresca", " finalmente qualcosa di nuovo e di impeccabile", "popolari e potenti" li ha definiti infine Marco Mangiarotti sul nostro Quotidiano Nazionale. Si ferma a metà classifica per la giuria demoscopica, ma cos’è un numero di fronte alla musica? Non c’è casella che possa contenere il mondo della Rappresentante di lista, che oggi esce anche con il suo quarto album: “My mamma“. Schierato. Visionario, intriso dello smarrimento di questo tempo, di politica, di dolore, di passione, di malinconia, di forza di parole pensate, note studiate. "My Mamma è un disco libero, fluido, accogliente e pieno di spigoli - così la band descrive il nuovo progetto -. My Mamma è irruenta, gli arrangiamenti sono nervosi, nulla è lasciato al caso. I generi si mischiano, le parole sono dette davvero, sono confessioni, preghiere, inni di appartenenza. Tante voci confluiscono per dire la loro, quelle di Veronica, i cori, le chitarre, l’orchestrazione, diventano un insieme".
E insieme, stasera, tutta la Versilia tornerà a cantare con la sua Rappresentante di lista. E ad “Amare“. "Amare senza avere tantoUrlare dopo avere piantoParlare senza dire nienteCome il sole, mi consoleràAmare senza avere tanto Urlare dopo avere pianto È come l’aria che non finiràOgni volta che stai bene".
Martina Del Chicca