
A fine corso ha tirato un lungo sospiro di sollievo, ha disteso lo sguardo teso ed il suo volto si è addolcito facendo trapelare un sorriso radioso; ma questa giornata non se la dimenticherà proprio mai. Valentina Galli, per la prima volta responsabile di una costruzione e non più semplice spalla del padre Fabrizio, ha vissuto “la giornata più stressante da quando, 20 anni fa, ho iniziato il mio rapporto sempre più stretto con il Carnevale, ma ne è valsa la pena. Sono stanca, stressata ma dentro di me enormemente orgogliosa”. Giornata iniziata di mattina presto dopo una notte, per sua stessa ammissione: “quasi del tutto insonne per l’ansia da esordio”. Poi l’arrivo in Cittadella, l’adrenalina e le preoccupazioni che salgono e che aumentano via via che il carro arriva in Passeggiata. “E’ stato allora che papà mi ha detto, captando il mio stato d’animo, ‘ci sono io con te’’” ricorda. Poi i tre scoppi di cannone e Valentina passa più tempo con le spalle rivolte alle maschere della coreografia che non al carro. Osserva, coordina, dà ordini e lancia segnali per poi salire direttamente sul suo ‘Homogeinity’ per risolvere in prima persona qualche problema nei movimenti. “In piazza Mazzini - racconta - ho fatto quasi il maestro d’orchestra, ma passato il momento clou la tensione si è sciolta ed adesso, che il primo corso è andato, mi sento fiera di quello che ho pensato e realizzato con la mia squadra e con il determinante aiuto di papà. Il carro è decisamente di impatto, va migliorato sotto il profilo della fluidità dei movimenti, ma mi convince; in particolare poi la scelta del led wall mi convince perché accresce molto l’attrazione dell’opera”. E’ a papà Fabrizio che la giovane costruttrice regala però l’ultimo pensiero prima di far rientro in Cittadella: “Solo adesso ho capito realmente perché fosse sempre così teso durante le sfilate. Ci vogliono 1000 occhi e non bastano. Quando guidavo la coreografia le preoccupazioni erano infinitamente minori”.
Sergio Iacopetti