
Una famiglia di maestri d’ascia. I 60 anni del cantiere Del Carlo: "Così ci prendiamo cura delle vecchie signore del mare"
VIAREGGIO
Sessant’anni di lavoro appassionante. È quasi impossibile definire diversamente l’attività del cantiere Del Carlo, riconosciuto come tra i migliori in Italia, e non solo, per i restauri sulle barche in legno. La famiglia che dal 1963 gestisce questa azienda così “esclusiva” è giunta alla terza generazione con il trentenne Adriano, che dal 2007 lavora con la qualifica di carpentiere, ma che si occupa un po’ di tutto su quanto abbisogna una “vecchia signora del mare”.
"Devo dire che fin dai tempi della scuola mi sono avvicinato al cantiere, che mi ha subito interessato moltissimo. È un contatto, quello tra noi e le barche in restauro, molto coinvolgente e dove si scoprono sempre particolari costruttivi inediti con cui confrontarsi. Sono entusiasta – dice Adriano – di questo impegno importante perseguito con orgoglio, anche per dare continuità alla tradizione familiare".
Il padre di Adriano, Guido, è già in...pensione, ma solo sulla carta. "Vero. Ogni mattina che arrivo qui – apre il cassetto dei ricordi Guido – per me è come la prima volta. Sembra impossibile ma lo percepisco così. Dall’età di 8 anni ho passato le estati al cantierino in darsena Italia, dove mio padre Francesco, maestro d’ascia di antica memoria, aprì l’attività dopo l’esperienza da Codecasa dove era capocantiere. E lì sono rimasto, insieme a mio fratello Marco, che entrò con noi all’età di 14 anni. La storia di questi sessanta anni, passati a dare nuova vita a barche in legno anche ultracentenarie è stata incredibile – dice Guido, non senza emozione –. Come, ad esempio, quando mio padre decise di non costruire più il nuovo, ma di lavorare solo sul restauro e sulle riparazioni, perché gli scafi che faceva lui erano talmente bene realizzati che nessuno tornava per lavori. Oggi, sullo scalo abbiamo un peschereccio fatto qui da noi 50 anni fa, in legno di pino della nostra macchia di Levante, e quercia, e che torna solo ai lavori di manutenzione ordinari: una volta rimesso in acqua sarà come nuovo".
Quali sono le barche a cui siete rimasti legati, più di altre ?
"Direi senz’altro il “Magda”, a cui venti anni fa abbiamo rifatto anche gli interni in mogano che sono stati riconosciuti dagli esperti come uno dei migliori interventi mai realizzati su barche di quel tipo. E, in fase di ultimazione, c’è “Portola” motoryacht di 25 metri, costruito nel 1928 a Long Beach, usato come set per diversi film degli anni ‘50 e ‘60. Ma è ricordato principalmente per alcune scene di “A qualcuno piace caldo” con Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon. Tra le altri sette barche in lavorazione abbiamo il “Paolucci” un Picchiotti di 30 metri in legno del 1970, allora commissionato dalla Marina Militare, e che fu usato come yacht di rappresentanza per il Presidente della Repubblica. L’esperienza e la correttezza sulle lavorazioni permette di ottenere appalti sulle imbarcazioni più prestigiose, e come viareggini che tramandano un saper fare così importante, siamo veramente orgogliosi".
Il raduno delle barche d’epoca è, da 18 anni, un’ occasione importante per fare conoscere al grande pubblico il valore della nautica storica.
"Certamente. Viareggio ha una forte tradizione in questo campo come sappiamo bene, e l’avere qui in Darsena dei veri gioielli della nautica è un vanto. In sessant’anni abbiamo contribuito a mantenere viva la storia della vecchia cantieristica di Viareggio, ereditando le migliori tecniche di lavoro, come sapere scegliere i legni più adatti, come consigliare gli armatori su cosa è giusto fare a bordo, e tanto altro. Le tradizioni del lavoro vanno fatte conoscere ai giovani perché possano capire molto della storia locale".
Walter Strata