
I resti perfettamente conservati e trovati al cimitero comunale sono stati studiati a fondo. Parla la dottoressa Lunardini: "La piccola è morta di setticemia e fu operata per drenare l’infezione".
Un viaggio nell’anatomia umana attraverso la medicina e l’archeologia per scoprire le nostre origini attraverso lo studio di una “mummia bambina” rinvenuta in una tomba del cimitero comunale di Viareggio. È questo uno degli elementi significativi della mostra "Segreti del corpo", che sarà inaugurata domani alle 17,30 alla palazzina del Sistema Museale d’Ateneo, nell’area degli ex Macelli di Pisa. L’organizzazione è a cura del Sistema Museale d’Ateneo, del Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini” e del Museo di Anatomia Patologica dell’Università di Pisa.
"Abbiamo scoperto che la bimba è deceduta a causa di una setticemia – spiega la dottoressa Agata Lunardini, direttore del Museo delle Mummie di Borgo Cerreto in provincia di Perugia e membro della sezione di paleopatologia dell’Università di Pisa – e che su di lei è stato fatto un intervento di chirurgia per cercare di drenare l’infezione che aveva alla testa. L’elemento eccezionale di questa “mummia bambina” è il perfetto stato di conservazione e ora è fortunatamente ospite di una struttura, il nostro museo, dove è conservata nelle migliori condizioni per esporla".
Gli studi sulla “mummia bambina“ sono stati condotti da una équipe multidisciplinare. "Allo studio scientifico hanno offerto le loro competenze la dottoressa Simona Minozzi, antropologa fisica della divisione, e il professor Davide Caramella, già direttore del reparto di Radiodiagnostica dell’Ospedale Cisanello – continua Lunardini –; in più, attualmente, sono in esposizione al Museo di Borgo Cerreto i disegni del professor Franco Anichini sulla piccola. Sono veramente orgogliosa di tutto questo". In principio Valentina Giuffra, direttore del Museo di Anatomia Patologica di Pisa e della divisione di Paleopatologia e professore di Storia della Medicina dell’Università di Pisa, chiese al Comune di Viareggio di poter acquisire alle collezioni del Museo la mummia infantile, che ora ne fa parte. La piccola è stata oggetto di un significativo progetto di studio scientifico denominato “Studio antropologico e paleopatologico” iniziato nel lontano 2000 in seguito alla collaborazione tra il professore versiliese Gino Fornaciari, allora ordinario di storia della medicina presso l’Università di Pisa, il Cimitero di Viareggio, Antonio Fornaciari e l’Associazione Terra di Viareggio, nelle persone del professor Anichini e di Claudio Lonigro, già Commissario di Polizia.
Tutto nacque in quel periodo quando durante un’operazione di estumulazione fu rinvenuto il corpo perfettamente conservato di una bambina con vesti di pregio: si trovava all’interno di un “posto distinto”, cioè una delle tombe monumentali che fiancheggiano il viale principale del camposanto.
La presenza di quella sepoltura, che risale agli inizi del XX secolo, non era segnalata nei registri mortuari. Su richiesta del responsabile dei servizi cimiteriali e con il consenso delle autorità competenti, Fornaciari, Lunardini e il tecnico Marcello Gambini effettuarono, nei locali del cimitero (ex-sala autoptica), l’esame macroscopico del reperto e procedettero alla relativa schedatura e alla documentazione fotografica.
Dopo quella prima indagine, la mummia è stata conservata per anni al Cimitero Comunale. Su interessamento della Lunardini, nel marzo 2018, è stato proposto dalla Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa al Comune e a iCARE di completare lo studio antropologico e paleopatologico dell’incredibile reperto con esami radiodiagnostici (RX e TC) al Policlinico di Cisanello di Pisa e Anichini ha messo a disposizione i suoi preziosi disegni e il rilievo grafico della bambina.
I lavori hanno portato alla realizzazione di un interessante studio scientifico sia a livello internazionale all’Extraordinary World Congress on Mummy Studies, che si è svolto a Tenerife nel 2018, sia a livello nazionale al IV Meeting nazionale del Gruppo Italiano di Paleopatologia (GiPaleo) a L’Aquila lo steso anno. In considerazione dell’eccezionale stato di conservazione della mummia e del suo valore scientifico, “la bambina dimenticata”, al fine di garantire e prolungarne l’eccellente stato di conservazione, è stata sottoposta a disinfestazione e stabilizzazione.