
Un aperitivo vista mare È salpato il nuovo Portus L’ittobar dei pescatori
di Martina Del Chicca
Prima di appollaiarsi su uno scoglio della diga foranea, e di buttare l’amo al chiar di luna aspettando un po’ di fortuna, con la canna in spalla il pescatore sportivo si affaccia oltre l’ingresso del nuovo mercato ittico, nato sul Molo Marinai d’Italia dopo una gestazione lunga 15 anni. E "Che bello vedere questo spazio finalmente aperto", dice rivolgendosi ad Alessandra Malfatti. La presidente della “Cittadella della pesca“ che, come un’ostessa, giovedì sera ha accolto i primi clienti dell’ittobar. Tanti pescatori di passaggio (appunto) e di professione, darsenotti e amici che hanno inaugurato con un brindisi la nuova era della marineria viareggina.
Benedetto da una libecciata, che insieme ai capelli scompigliava anche i pensieri, giovedì alle 18.30 ha infatti aperto “Portus“. L’ittobar che, insieme alla sala d’aste, poi il ristorante, il laboratorio di preparazione e cottura di prodotti ittici, la scuola di cucina..., animerà il nuovo mercato del pesce, rubando ai pescatori un po’ di quella solitudine in cui è abituato a navigare chi vive per mare. E di mare. Ma contribuendo a saldare il legame tra Viareggio e la pesca, di cui la città si è nutrita sin dai “quattrocento“. Dalla prima comunità che l’ha abitata quando ancora era palude, per prendere il largo con l’arrivo dei “trabaccoli“ da San Benedetto del Tronto.
Al timone dell’ittobar “Portus“ c’è lo chef viareggino Cristiano Tomei, così affascinato dall’idea di lavorare fianco a fianco con i pescatori della marineria viareggina da diventare socio della cooperativa. Con lui, ad aprile, salperà anche il ristorante e prenderanno vita varie attività.
Ma nel frattempo Tomei immagina bocconcini di crudi all’italiana e vegetali da accompagnare ai cocktail serviti – ogni sera dalle 18.30 e fino all’una di notte – sulla terrazza che guarda il Tirreno aprirsi verso l’orizzonte e le banchine del porto, dove si vedono ormeggiati pescherecci e grandi yacht. "E la cosa straordinaria – dice Tomei, chef stellato con il suo “Imbuto“ e stella dei cooking show televisivi – è che qui non sono io a scegliere cosa servire. Ma è il mare, con i suoi cicli, a scegliere per me". Dunque il menù si farà trascinare dalla corrente, non rincorrendo nessuno schema, e dalle proposte che arriveranno dai pescatori.
Il pescato arriva direttamente dalla banchina dove attraccano i pescherecci. Dal produttore al consumatore si contano all’incirca venticinque passi, e pochi scalini. Dunque l’obiettivo della Cittadella della pesca e di Tomei è valorizzare il pescato locale. Con piatti creativi, ma anche della tradizione. Riscoprendo il capo-piatto, nobilitando il muggine, le triglie di casa o il melù.
Non solo "Puntiamo a promuovere un consumo consapevole – spiega la presidente della Cooperativa Alessandra Malfatti – valorizzando una produzione sostenibile, sia per mare che a terra". "Questo è la scopo della Cooperativa dei pescatori – prosegue Malfatti –. che investirà per rendere il nuovo mercato ittico completamente autosufficiente dal punto di vista energetico e per creare un’economia circolare dell’acqua mirando al recupero delle risorsa. E – conclude – continuaremo anche ad investire nella ricerca per la salvaguardia dell’ambiente marino. Una risorsa per tutti"