Tettoia abusiva, guerra giudiziaria Cicli Aliverti rischia di chiudere "Chiedo solo un compromesso"

L’irregolarità è emersa dopo un esposto. L’ex corridore: "Mai un problema in 33 anni, a chi diamo fastidio?"

Tettoia abusiva, guerra giudiziaria  Cicli Aliverti rischia di chiudere  "Chiedo solo un compromesso"

Tettoia abusiva, guerra giudiziaria Cicli Aliverti rischia di chiudere "Chiedo solo un compromesso"

di Daniele Masseglia

"Ho scalato montagne e tornanti con il sole e sotto la pioggia: sono abituato a lottare e lo farò anche stavolta, non importa se alla fine perderò". Voce decisa e occhi lucidi di rabbia e sconforto, Fiorenzo Aliverti descrive così la battaglia giudiziaria in atto contro il Comune dopo che gli è arrivato l’ordine di demolire entro fine maggio la tettoia all’ingresso della sua storica attività “Cicli Aliverti“, presente da 33 anni sull’Aurelia, zona Conad lato Viareggio. Realizzata 13 anni fa, la tettoia copre una superficie di circa 20 metri quadrati e accoglie 70-80 bicilette su un totale di 300 “due ruote“ che danno vita a un vero e proprio museo se consideriamo anche coppe, foto, targhe e quant’altro. Originario di Como, Aliverti è infatti un noto ex ciclista su strada, professionista dal 1981 al 1985 e poi allenatore, vanta quattro partecipazioni al Giro d’Italia, due al Tour de France e una alla Vuelta in Spagna, più la Milano-Sanremo, è stato premiato otto volte come “Mastro artigiano d’Italia“ e in negozio conserva le maglie di campioni quali Moser, Saronni e Hinault.

Innamorato di Pietrasanta, nel ’90 inaugurò l’attività, che gestisce insieme alla compagna Vania, alla presenza del sindaco Moreno Giovannini. Tutto bene, inclusi gli sfavillanti allestimenti natalizi da sempre fotografati dai passanti. Finché mesi fa un vicino di casa ha presentato un esposto. Dai successivi controlli è emerso che la tettoia è abusiva e va demolita. "Premesso che ho torto – si sfoga – vorrei trovare almeno una soluzione. Ho visto che col piano urbanistico molti terreni agicoli sono diventati edificabili: non vedo perché una tettoia che è lì da 13 anni non possa essere sanata. È impossibile che non si riesca a trovare una via di mezzo. In 33 anni non ho mai dato fastidio, anzi, sono un punto di riferimento anche per tanti turisti che depositano qui la bici, per loro ormai è una tradizione. Una tettoia ex novo costerebbe 50mila euro e non posso permettermelo: se me la fanno abbattere sarò costretto a chiudere l’attività. Basterebbe solo buon senso: non chiedo la luna, ma solo comprensione". La vicenda di Aliverti, che si candidò anche alle comunali nel 2015 nella “Lista Mallegni“, sta mobilitando tanti cittadini, sportivi e non, con appelli lanciati sui social affinché questo pezzo di storia non chiuda per sempre.