di Gaia Parrini
Pronti, partenza, via... e un boato di gioia e incoraggiamento si è alzatolungo tutto viale Puccini, immerso negli addobbi rosea dei terrazzi e delle case agghindate, nei berretti e nelle t- shirt della folla accalcata sui marciapiedi e aldilà delle transenne. Nell’aria stessa che sembrava, durante l’attesa e al passaggio delle 26 squadre di ciclisti, colorarsi di rosa.
Un’aria spezzata soltanto dal movimento ritmato delle centinaia di teste che hanno seguito, con occhi attenti ed eccitati, uno dopo l’altro, i corridori che, arrivati, sono stati accolti e presentati sul palcoscenico del Belvedere. Tra giovani fan che, affrettandosi e facendosi spazio tra la gente, li acclamavano gridando i loro nomi, e signori più maturi che, dalla poca ombra concessa dal sole che ha caratterizzato la giornata, osservavano e sorridevano. Tra famiglie che, curiose, passeggiavano lungo il tappeto rosa e appassionati che per quel pink carpet si sono esibiti con sottobraccio la loro bici. Una fiumana di persone che ha affollato Torre del Lago, non solo al momento della cerimonia e della partenza, ma già nelle ore precedenti.
È stato infatti un andirivieni di gambe, ruote, passeggini e volti che ha animato le vie della frazione viareggina sin dalla prima mattinata. Alcuni diretti con passo sicuro al Lago, pronti a prendere posto sotto palco e a non lasciarlo più. Altri facendo tappa alla mostra dedicata al “biciclista“ Giacomo Puccini, così come la partenza del Giro, nell’auditorium della villa museo a lui intitolata. Altri ancora fermandosi ad uno degli stand per acquistare gadget ricordo.
Un ritrovo cittadino, sì per celebrare un evento di festa per il territorio, ma anche, per molti, un occasione per aggiornarsi sullo stato della piazza, dove "fino al giorno prima c’era la terra". Rimanendo, alcuni, scettici e altri, invece, piacevolmente stupiti. "Alla fine è venuta fuori una bella cosa. Hanno fatto un bel lavoro" ha raccontato Roberto Manfredi, che a Torre del Lago ha sempre abitato e che, per l’occasione, ha tirato fuori dall’armadio la maglia rosa che, ha detto, "ormai è come nuova, dopo 15 anni che non la indosso. Il ciclismo rimane però la passione di una vita".
Un ritrovo anche di chi, da fuori, è arrivato per assistere alla partenza. Come Marusco Santochi, pisano, che, dal 1951, va in bicicletta. E che, dopo aver assistito anche alla terza tappa, proprio con quella bicicletta, che ha 84 anni e lui "ha più di lei", nell’azzurro della sua tenuta sportiva, ha calcato il suolo del Belvedere. Così come Loredana che da Lucca ha accompagnato il figlio e la nipote di sei anni, sulle spalle del padre con una macchina fotografica e occhi sognanti, che già appassionata di biciclette "quando un anno fa sono uscite le date del Giro, aveva detto all’asilo che non ci sarebbe stata". O Rossella che, da Empoli, ha trascinato su viale Puccini anche la migliore amica, per trasmetterle l’amore che suo "babbo" allo stesso modo trasmise a lei da bambina. Che è quello sì, per il ciclista e lo sportivo preferito, ma è, soprattutto, quello per il ciclismo in sé. E in tutto ciò, come dimostrato dalla carovana rosa che ieri ha riempito Torre del Lago, che esso unisce e riunisce.