Strage di Viareggio, l’udienza è fissata. "Ma arriva fuori tempo"

Il ’ritorno’ in Cassazione è stato calendarizzato per il prossimo 28 novembre. I famigliari delle vittime: "Quel giorno l’ex ad delle Ferrovie avrà più di 70 anni"

La manifestazione di ieri mattina davanti alla Suprema Corte

La manifestazione di ieri mattina davanti alla Suprema Corte

Viareggio, 8 giugno 2023 - È arrivata, alla vigilia del quattordicesimo anniversario del disastro ferroviario, la data attesa da una città ferita: l’udienza della Cassazione-bis per il processo della strage di Viareggio è stata calendarizzata dalla Terza Sezione per il 28 novembre.

E i familiari della vittime del 29 giugno 2009 hanno dovuto conquistarselo il diritto alla giustizia, che, nel frattempo, il tempo ha già eroso con la prescrizione cancellando i reati di incendio, lesioni e omicidio colposo. Scendendo in piazza, manifestando, camminando con le fotografie dei loro cari stampate sul petto e raccontando la loro perdita per far comprendere cosa è stata quella notte d’inferno. Chi si è portato via, le ferite che ha lasciato, e la carenze di controlli su ciò che transitava sui binari della ferrovia. Come il convoglio 50325, partito da Trecate, sviato per la rottura di un assile mal manutenuto e poi esploso alle porte della stazione di Viareggio con il suo carico di Gpl. A distanza di 14 anni, dopo 12 anni di dibattimento e quattro sentenze, i familiari delle 32 vittime hanno dovuto anche sollecitare, con un presidio e con una lettera al Ministero della Giustizia, l’invio a Roma del fascicolo con gli atti dell’Appello Bis rimasti a lungo chiusi in un cassetto del Tribunale di Firenze. Fascicolo arrivato al Palazzaccio, in Cassazione, solo una manciata di giorni fa dopo forti pressioni; quasi un anno dopo la lettura della sentenza dell’Appello Bis, cinque mesi dopo la scadenze dei termini per i ricorsi di metà dicembre.

Adesso, dicevamo, è arrivata, la data dell’udienza. I familiari l’hanno appreso ieri da un agente della Digos, mentre di fronte alla Cassazione srotolavano i loro manifesti. Portando in piazza, ancora una volta, il loro dolore e la loro sacrosanta richiesta di giustizia. Poche parole da Daniela Rombi, vicepresidente dell’associazione “Il mondo che vorrei“ e mamma di Emanuela Menichetti, uccisa dal fuoco che quella notte l’ha avvolta mentre si trovava a casa dell’amica Sara. “Colpita alle spalle“ da quella esplosione, come tutte le altre vittime. "La giustizia – ha detto Daniela – ha fatto il suo soccorso". Il 28 ottobre l’ex ad di Fs Mauro Moretti, condannato a 5 anni, compirà 70 anni, "e per i benefici concessi della legge, comunque vada, non sconterà la sua pena in carcere. Per noi – aggiunge Marco Piagentini , presidente del Mondo che Vorrei – questa è una sconfitta per la giustizia".

La Cassazione "è chiamata ora ad esprimersi in punta di pena: le responsabilità penali per disastro ferroviario colposo – spiega l’avvocato dell’associazione, Gabriele Dalle Luche – sono infatti irrevocabili e coperte dal giudicato progressivo".