PAOLO FORNACIARI
Cronaca

Viareggio, in principio furono i lidi Nereo e Dori. Una storia al mare che compie 195 anni

Era il luglio del 1827 quando furono costruiti i primi due stabilimenti d’Italia... uno per gli uomini e uno riservato alle donne

Viareggio oggi (Umicini)

Viareggio (Lucca), 28 luglio 2022 - «Viareggio ha per sé un grande e luminoso avvenire". Così scriveva nel 1913 un giornalista francese incantato dalla spiaggia. Questo "grande e luminoso avvenire" ebbe inizio nel luglio 1827, quando sulla spiaggia di Viareggio sorsero i primi due stabilimenti balneari, il Nereo e il Dori. Per la storia, bisogna ricordare anche alcuni documenti d’archivio, dai quali si apprende che nel febbraio del 1812 il maire di Viareggio (l’allora sindaco) scriveva al Ministro dell’interno dello Stato di Lucca per protestare contro una disposizione che proibiva la frequentazione della spiaggia perché il divieto "risulta odioso per i villeggianti e per la stagione balneare". Due anni dopo, sempre il maire scriveva che "i villeggianti hanno fatto le solite bagnature". Un regolamento della municipale del 1820 informa che durante i bagni di mare gli uomini dovevano essere separati dalle donne. Poi nel ’22 furono emanate precise norme che regolamentavano l’attività balneare.

Fino ad allora , non si rileva l’esistenza di attrezzature stabili adibite alle bagnature. Poi, sorsero i primi stabilimenti sull’esempio di quelli costruiti nel 1822 a Dieppe, in Francia, e Viareggio fu una delle prima città d’Italia, se non la prima in assoluto, che si s’impegnò a favorire il turismo balneare estivo: 195 anni fa, nel 1827, Viareggio realizzò due bagni, il ’Nereo’ per gli uomini e il ’Dori’ per le donne. A maggio di quell’anno il gonfaloniere di Viareggio Alfonso Cittadella chiese al Ministero dell’interno del Ducato di Lucca il permesso per la costruzione di un vero e proprio stabilimento balneare, affinché i bagnanti "possano ivi ritrovarvi dei comodi sufficienti onde, al coperto da sguardi altrui, liberamente si spoglino e si rivestano, con tutti quei riguardi che si devono alla decenza".

Il Ministro si dichiarò favorevole perché, come scrisse nella risposta del 5 giugno, il progetto "potrebbe essere di profitto a codesta Città e al Ducato". Poi, il 28 giugno, il duca Carlo Lodovico autorizzò a "far realizzare lo stabilimento dei Bagni, secondo il disegno esibito, a spese della Comunità", ordinando al cassiere del Ducato di anticipare il prestito di duecento scudi, e inoltre concesse il permesso di tagliare cento piante della pineta per ricavare il legname necessario alla costruzione.

Nel corso del mese di luglio furono realizzati prima il ’Nereo’ per gli uomini, poi il ’Dori’ per le donne. Erano modeste costruzioni di legno su palafitte in mare, raggiungibili dalla spiaggia per mezzo di un lungo pontile. Giuseppe Giannelli, nel suo ’Manuale per i bagni di mare’ edito a Lucca nel 1833, così li descrive: "Per lo mezzo delle scalette laterali si discende ai due bagnetti particolari situati sotto i camerini, chiusi intorno con tele e stoje. Tutto il fabbricato è cinto da tele e coperto da larga tenda per impedire che i raggi cocenti del sole giungano a quei che si bagnano".

Giuseppe Moscherini , Francesco Pacini e Bonifazio Del Beccaro furono incaricati della gestione dello stabilimento. Fu anche approvato un regolamento che fissava i criteri d’esercizio delle bagnature. Era previsto che i bagni aprissero alle 8 e chiudessero alle 13, per riaprire poi alle "tre pomeridiane e fino a un quarto d’ora prima dell’Ave Maria". Per ogni bagnatura era prevista una tassa di "soldi dieci", con la possibilità di abbonamenti con la riduzione di un terzo dell’importo. Era vietato "di sortire in mare fuori del recinto del bagno" ed era prevista la chiusura in caso di "tempo contrario", segnalata innalzando "una banderola di color rosso".

Alla fine di quella stagione estiva furono 1.029 i frequentatori dei due bagni comunali, numero che andò sempre aumentando negli anni successivi. Da ricordare che sulla spiaggia dovevano esservi anche altre strutture: in un documento del 1828 infatti si legge che fu concessa a Domenico Maffei detto ’Ampolletta’ l’autorizzazione a costruire dei "capannelli per l’uso dei bagnanti come negli anni decorsi".

*storico