Stessa spiaggia, stesso mare. Pure d’autunno Boom a Lido: il 35% dei bagni non si ferma

L’estate ha regalato gioie agli operatori fino a Ferragosto. Poi il maltempo ha rovinato i piani e gli incassi. Ecco perché si va avanti

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di Daniele Mannocchi

E’ un’estate a due facce quella che va agli archivi. Una buona, anzi eccezionale, con un tempo al limite della perfezione - al netto del caldo, per chi lo soffre - che è andato avanti ininterrottamente dalla fine di aprile; e una rivedibile, che da Ferragosto in poi ha messo i bastoni tra le ruote agli ultimi scampoli della stagione balneare. Estate promossa, dunque, anche se sul più bello è mancata la lode.

"Molto positiva fino a Ferragosto – commenta il presidente dei balneari di Viareggio Luca Lippi –, merito anche del grande lavoro fatto negli ultimi due anni, in cui abbiamo migliorato i servizi che eroghiamo alla clientela. Poi, dal 15 agosto, è arrivato il maltempo che ha picchiato prevalentemente nella settimana clou, facendoci perdere quei 34 giorni fondamentali per il fatturato. E dalla fine del mese, forse, abbiamo cominciato a intuire anche gli effetti della recessione. Settembre, in particolare, ha fatto registrare un calo enorme rispetto allo scorso anno". Dal punto di vista delle attività, poi, si segnala "il mostruoso rincaro dell’energia e l’innalzamento generalizzato dei prezzi di tutte le materie prime. In questo senso, una stagione che era partita benissimo è finita con diversi punti interrogativi. E se quest’anno siamo riusciti a calmierare il costo degli ombrelloni, è difficile fare previsioni sul futuro a breve termine".

Una dei fronti su cui bisognerà lavorare è anche quello delle aste, con il vantaggio di un governo che, sulla carta, sarà più favorevole alle recriminazioni dei balneari. "Sono state fatte delle dichiarazioni e mi aspetto che si dia un seguito – conclude Lippi –; e soprattutto ci aspettiamo un dibattito serio e meno demagogico nei nostri confronti".

Le stesse sensazioni si respirano sull’altra sponda della Fossa dell’Abate, dove un 3040 per cento degli stabilimenti hanno deciso di restare aperti - anche se a ranghi ridotti - fino alla fine di ottobre. "L’estate è stata miracolata dal bel tempo che ha dato un grande sostegno alle nostre aziende – spiega il presidente dei balneari Marco Daddio – ma bisogna comunque segnalare che i numeri, benché positivi, non sono stati all’altezza delle previsioni. L’attacco è stato eccezionale, almeno fino al 2025 giugno, poi a luglio il volume è sceso e agosto ha avuto dei passaggi strani: in particolare l’ultima settimana, generalmente molto carica, è stata deludente. Dopo Sant’Ermete, il buio".

Bene ma non benissimo, dunque, segno che forse, nel turismo balneare, qualcosa sta nuovamente cambiando. "Dopo due anni, ci sta che sia tornata la voglia di uscire dall’Italia. Ci sono località come la Spagna e la Grecia, ma soprattutto la Francia, che hanno lavorato benissimo. Va detto però che come Versilia, a livello di numeri, ci siamo difesi molto bene. E non dimentichiamo che tra luglio e agosto c’è stato un ritorno del Covìd che ha portato a diverse disdette last minute".

Anche a Lido, ovviamente, si guarda al nuovo governo con attenzione. "Il partito che ha preso più voti è quello che ha espresso l’intenzione di salvaguardare le imprese balneari, ma bisogna capire se gli altri partiti saranno d’accordo, visto che erano al governo nell’esecutivo che ci ha mandato a gara. Intanto aspettiamo la mappatura, un passaggio importante per capire se la risorsa balneare è scarsa o no in Italia in prospettiva di un’analisi della gestione degli arenili. Per il resto, i temi sono i soliti di sempre: quel che conta è la volontà politica".