Spirito nobile impresso nella pietra. Sgarbi rende omaggio all’amico:: "La prima volta in Sicilia, 40 anni fa"

Il sottosegretario e studioso definisce "michelangiolesca" la sua conoscenza della forza della materia. Bovecchi aveva partecipato al progetto di Afrodite: "Era diretto e sincero, una perdita incomparabile".

Spirito nobile impresso nella pietra. Sgarbi rende omaggio all’amico:: "La prima volta in Sicilia, 40 anni fa"

Spirito nobile impresso nella pietra. Sgarbi rende omaggio all’amico:: "La prima volta in Sicilia, 40 anni fa"

"Il ricordo che ho di Ciulla è di un uomo nobile, con una capacità innata di imprimere il suo spirito nella pietra". Stima e commozione nelle parole di Vittorio Sgarbi, che aveva conosciuto lo scultore siciliano oltre 40 anni fa. Il critico d’arte è stato tra i primi a scrivere di Ciulla dopo il primo incontro a fine anni ’70. "Lo scoprii nella sua adorata Sicilia – racconta – per poi ritrovarlo in Versilia. Ci sentivamo spesso, non oso immaginare quante opere avremmo potuto ancora studiare insieme, in questo momento ho la mente affastellata di ricordi. Di lui riconosco la grande capacità di rendere forti e potenti le sue sculture, che in questo senso avevano uno stampo senza dubbio michelangiolesco per questa conoscenza profonda della forza della materia. Per lui Pietrasanta era un paradiso unico, vicino alle cave che gli consentivsno di trovare la materia che amava. Ci mancherà tanto".

E mancherà a Giovanni Bovecchi, critico d’arte che aveva progettato con lui la fontana di Afrodite. "La sua scomparsa – dice – è una perdita incomparabile nel mondo internazionale della scultura e della cultura. Avevo curato per lui un catalogo per la galleria ’La Subbia’ di Pietrasanta e uno per la galleria ’Forni’ di Bologna. Ciulla ha da sempre indagato sui miti e sugli archetipi in una ricerca continua, generativa e complessa, dove il mito stesso veniva contaminato con altre ’porzioni o afferenze mitologiche’ creando, di fatto, una ’sua’ mitopoiesi personale coerente e profonda, sviluppando, così, nuovi orizzonti interpretativi su cui creativamente indagare con il suo travertino, pietra cuniculare, labirintica. Diretto e sincero, è stato amato dai più importanti galleristi, critici e storici dell’arte a livello internazionale".

Fino a Giuseppe Cordoni, poeta e critico d’arte legato a Ciulla da un’amicizia di oltre 40 anni. "Apprendo con sconcerto e dolore della scomparsa di Ciulla, raffinato scultore e figura inconfondibile. Per tutta la sua scontrosa e calorosa umanità. E per l’unicità della sua arte, del suo linguaggio singolare. Ci ha donato un’esperienza poetica preziosa e indimenticabile. Poiché, come lui, pochi altri scultori hanno compreso l’anima di Pietrasanta. Dalla sua amata Sicilia, culla d’una greca classicità che sopravvive sotto le rovine, è venuto a regalarci la nostalgia di un’idea di bellezza che ci salva. La pazienza del Mito e delle Mani. La pazienza di quelle sue mani espertissime che hanno piegato, come nessun altro, il ruvido travertino alla gioia del suo talento. Mani instancabili, che neppure la malattia è riuscita a piegare. Sino a che non ha potuto onorare lo spazio armonico di Pietrasanta d’un suo splendido ex voto: la suggestiva sua fontana dove nelle sere d’estate verremo a battezzare il brutto dei nostri pensieri. Nella Bellezza che non muore mai".