Sogni d’oltreoceano. La Bertuccelli dynasty col cuore di cartapesta

"L’arte viareggina fusa con la musica di New Orleans"

Sogni d’oltreoceano. La Bertuccelli dynasty col cuore di cartapesta

Sogni d’oltreoceano. La Bertuccelli dynasty col cuore di cartapesta

Sentirsi il Carnevale di Viareggio dentro, nonostante si viva a migliaia di chilometri di distanza. Il Carnevale come passione infinita e come lavoro. Figlio di Raoul, carrista viareggino emigrato negli Usa negli anni 70, non hai mai perso il legame con la sua città d’origine, e anche in questi giorni è arrivato in città per godersi lo spettacolo.

Jonathan, come è da viareggino il mese di febbraio a migliaia di km di distanza?

"A New Orleans faccio la stessa vita dei carristi viareggini, nel senso che sono molto impegnato a fare mascheroni in cartapesta. che vengono poi usati un po’ dappertutto".

Come funziona il Carnevale nella città della Luisiana?

"Sfilano delle pedane private. Non c’è né una classifica né un concorso. Le costruzioni sono modeste in misura, ma è la festa e la partecipazione delle persone a fare la differenza".

Qualche anno fa disse che pensava seriamente di presentare un progetto qui a Viareggio. Perché ciò non è ancora accaduto?

"E’ una cosa che mi piacerebbe fare. Mi devo impegnare per capire i modi e canali giusti. Sono molto impegnato a New Orleans, ma ribadisco che lo farei veramente volentieri".

E che tipo di progetto?

"Penso che sarebbe interessante fare qualcosa che potesse incorporare la musica di New Orleans e anche i costumi tipici di qua. Insomma un vero e proprio scambio culturale".

Proviamo a fare un viaggio nel tempo. Abbiamo appena parlato del futuro, ma del passato cosa dice?

"Da bambino, oramai 50 anni orsono, ammiravo i carri di Arnaldo Galli, Avanzini, Lenci e Baroni. Erano stupendi e proprio curati. Loro erano veramente scultori della cartapesta".

E del presente cosa dice?

"Riconosco ai carristi attuali grande abilità sotto il profilo della movimentazione dei carri, oltre alla capacità di realizzare sempre qualcosa di più imponente grazie a una grande maestria nel lavorare il ferro. Viareggio, sotto questi punti di vista, rimane insuperabile".

Suo padre Raul a chi era particolarmente legato?

"Mio padre lavorò un po’ con tutti, ma in particolare con Silvano Avanzini. Anche lo zio Sandro “Sandrino“ Bertuccelli era una maestranza. Era il carpentiere di ‘Bocco’ Vannucci".

Una famiglia di ‘maghi’ del Carnevale a New Orleans. E lì come viene percepito il Carnevale di Viareggio?

"Lo vedono come il migliore del mondo".

Tornando al Carnevale di New Orleans, lei quindi lavora per privati?

"Esattamente. Quest’anno, ad esempio, ho fatto vari pezzi per diversi carri. L’ultimo pezzo consegnato è una corona di 2 metri in vetroresina. Poi ho restaurato il Butterfly King che costruii nel 2012. Tutto va in base al tipo di richiesta che mi viene fatta: ho anche ristrutturato tante altre maschere. Chi mi commissiona i lavori sa di avere a che fare con un italo-americano di Viareggio e questo è un marchio di qualità".

Se le proponessero un carro da fare quale tema affronterebbe?

"Non amo la politica, quindi niente satira. Per me il Carnevale è un mondo di colori".

Domenica ha assistito al corso, che ne pensa?

"Risposta facile, non c’è niente di più bello. Ho visto lavori straordinari e ho fatto tantissimi video".

Cosa è per lei il Carnevale?

"Spensieratezza e divertimento oltre a tanto colore. Do molta importanza alla maschera, intesa come simbolo, capace di azzerare le differenze sociali".

Sergio Iacopetti