Raccontare corpi tatuati è sempre stato per lui come andare a creare un ponte tra storia, tradizione e contemporaneità. "La volontà è fermare un attimo e trasformarlo in un qualcosa che duri per sempre" racconta il 47enne fotografo lidese Christian Ciardella, che nel Studio 9 in via del Brentino (tra Viareggio e Massarosa) ha realizzato immagini di ragazze coperte solo da incisioni sul corpo, che sono il leitmotiv della mostra “Scritte sulla pelle” che avrebbe dovuto svolgersi in una galleria d’arte a Milano lo scorso aprile.
"Vista la pandemia la rassegna è stata rimandata e ho scelto di dar vita ad una mostra che si dissoci dal tempo e dallo spazio. Senza troppi annunci ho deciso di pubblicare alcuni scatti facendo, come si dice in gergo, spoiler. Poi mi sono reso conto che il concetto di continuità, che ha ispirato questa serie di lavori, non poteva essere chiuso nella cornice di un evento. Alcuni scatti si vedono e si vedranno in rete, altri saranno affissi alle pareti di una galleria, per poi proseguire in rete e magari migrare verso altre location. I corpi sono senza volto, per concentrare il messaggio delle scritte sulla pelle e superare timidezza o riservatezza delle ragazze. E così c’è anche il gusto di giocare con il “vedo non vedo”. Con i tempi che corrono è normale che si cerchino diverse forme di comunicazione. Gran parte degli eventi sono stati cancellati, gli studi dei tatuatori chiusi, i matrimoni rimandati. Quello che non viene meno invece è il bisogno e il desiderio di rifugiarsi nel bello, che è ciò che ci consentirà di riscrivere anche le regole della comunicazione e di attribuire alla parola evento un significato differente".
E così sui social (Instagram e Facebook) di Ciardella e sul suo sito Internet si possono ammirare le foto di alcune ragazze delle porta accanto protagoniste di “Scritte sulla pelle”: Claudia, Alice, Lisa e Bianca di Viareggio, Aurora di Massarosa, Asia di Pietrasanta, Angelica e Federica di Camaiore, Valentina di Forte dei Marmi, oltre a modelle del Nord Italia. "Noi fotografi abbiamo vissuto un 2020 da spettatori – conclude Ciardella – con l’impossibilità di lavorare a parte un po’ l’estate. Dal Governo sono arrivati poco più di 1000 euro, ma senza eventi siamo una categoria crocifissa, come molte altre, e molto preoccupata".
Dario Pecchia