BEPPE NELLI
Cronaca

Ritorno al futuro: "Qua in vacanza venivo a fare spesa. Dove sono finiti?"

"Che è successo al bananaio, a Sergio, alla Polleria del Popolo". Lo choc di un vecchio turista affacciatosi al Piazzone dopo trent’anni. .

Ritorno al futuro: "Qua in vacanza venivo a fare spesa. Dove sono finiti?"

Dopo una trentina d’anni quel turista che nel 1992 aveva fatto una vacanza a Viareggio ha deciso di tornare, già anzianotto, e prendere in affitto un appartamento per far stare al mare i nipotini. Si ricordava che per comprare frutta e verdura buone, pesce e carni di zona, articoli da casa e quant’altro se ne veniva al fiorente e mercato di piazza Cavour. Così sabato ha fatto due passi ed è rimasto sconvolto. "Sono a Beirut? A Mariupol?".

Il primo impatto è stato col ghiotto chiosco del "bananaio" all’angolo Fratti-Zanardelli: sparito, rimosso, addio spezie, frutta secca, frutta essiccata. Pensava di prendere due piatti di gastronomia e invece nulla: chiuso Da Sergio, volatilizzato il venditore di baccalà ammollato lì accanto, tutto il loggiato deserto, gli scalini ricoperti di escrementi di volatili e cani, le modanature ridotte a piccionaia come la galleria di servizio in mezzo, con rifiuti ormai stagionati e acqua stagnante. Voleva le scarpe sportive e il Centro Sport di Bertolani non l’ha ritrovato, al pari dello storico negozio Isabel dove la moglie comprava spesso, né la salumeria dei Triglia: questa, per fortuna, è ancora in zona accanto al Bar Meschi, nel frattempo passato di mano. E quasi tutti i chioschi di abbigliamento, oggettistica, valgeria, articoli di pelle svaniti. Dove c’era la folla il deserto. Sotto alle logge del Belluomini una sola presenza: un disperato senzatetto che, tra cartoni e coperte, dormiva nel primo pomeriggio del sabato prefestivo.

Il turista ha pensato: ma che è successo? Certo, anche a casa sua i negozi hanno chiuso, ammazzati dagli affitti, dalle tasse, da Internet, dall’impoverimento dei clienti. Ma nelle località turistiche sono sopravvissuti di più, mantenuti dai forestieri in vacanza. Memore dei colori, dei profumi, del movimento popolare che aveva visto trent’anni prima, ha proseguito la passeggiata. Deserto anche il loggiato posteriore: la macelleria Masoni non c’è più, la Salumeria Lazzarini idem, la storica e gloriosa Polleria del Popolo di Alfonso Pertici abbandonata. "Ci compravo roba buona, anche le cose pronte da mettere in padella. Chissà...". Ma, essendo al mare, il turista è rimasto scioccato soprattutto dal loggiato del pesce: vuoto, abbandonato, con solo due attività aperte: lo storico Volpi da un lato, e L’Acciuga lato est: unico segno di vita, sabato a pranzo, grazie alla gente a tavola nella piazzetta immersa nel profumo della frittura. Il "baretto" davanti chiuso. La fioraia all’angolo chiusa. Il chioscho delle borse demolito da tempo. Niente negozio dei saponi, niente giocattoleria, eclissato anche il negozio degli animali.

Quel forestiero s’è chiesto che fine hanno fatto le decine di chioschi che rendevano il Piazzone un mercato unico sulla costa, inferiore solo al Mercatino Americano di Livorno. Non sa che le attività viareggine, negli anni, erano state cedute a pakistani e indiani, i quali a un certo punto se ne sono andati e hanno venduto ai cinesi, molti dei quali hanno fatto soldi e si sono trasferiti in zone migliori, oppure hanno alzato bandiera bianca.

Cammina cammina, lo stupore: in via Battisti una tenda da sole mezza caduta, lasciata lì. Davanti un platano cresciuto attraverso la tettoia; e quei totem fiduciosi sul 1924-2024: "100 ani e non li dimostrerà". Mentre legge un passante l’apostrofa: "Visto che roba? È tutta colpa di....". Ma a lui, della politica viareggina vecchia e nuova, non importa proprio nulla. Pensa alle vacanze, mica alle discussioni. "Per fortuna c’è qualche verduraio, così eviterò di mangiare i soliti pomodori olandesi", ha pensato il turista. Incerto però sul da farsi, mentre tra le buche se ne tornava al parcheggio: "Mare, mare, mare, ma che son venuto a fare?".